Le Forze armate durante e dopo la pandemia
Le immagini dei camion militari che nella notte di Bergamo portano via le salme dalle sale mortuarie stracolme rimarranno tra i simboli della tragica storia del Covid-19. È uno dei diversi modi in cui le Forze armate italiane stanno facendo la loro parte nello sforzo collettivo del Paese per superare la fase emergenziale della pandemia.
La sanità militare, malgrado i precedenti tagli agli organici e la mancata razionalizzazione, è ovviamente la componente dello strumento militare che più supporta le attività coordinate dalla Protezione Civile. Attualmente, 65 medici e 53 infermieri sono impiegati negli ospedali a Bergamo, Lodi, Milano e Novara, nel carcere di Parma e in una casa di cura a Macerata.
Inoltre, gli ospedali e altre strutture militari in tutta Italia (in particolare a Roma, Milano e Taranto) stanno offrendo nel complesso 6.700 posti letto, con il lavoro di altri 39 tra medici e infermieri. Anche in questo caso, la tempestività è tra le caratteristiche dell’intervento delle Forze armate: gli ospedali da campo di Piacenza e Crema sono stati realizzati in sole 72 ore.
Trasporto aereo in bio-contenimento
Importante è anche il contributo al trasporto urgente di pazienti, personale medico e macchinari sanitari. All’inizio dell’epidemia, in Cina venivano rimpatriati i connazionali anche tramite trasporti in bio-contenimento, ovvero in completo isolamento per evitare qualunque forma di contagio. In seguito, le stesse modalità sono state applicate per gli spostamenti in Italia: in poche settimane sono stati effettuati 23 voli, in particolare dai velivoli C-130J, C-27J e KC-767A, e dagli elicotteri di esercito, marina e aeronautica.
Infine, il personale militare già impiegato sul territorio nazionale nel quadro dell’operazione Strade Sicure, circa 7.000 unità, è stato messo a disposizione per coadiuvare le forze di polizia nell’applicazione delle restrizioni decise dal governo. Il tutto, coordinato dalla sala operativa allestita presso il Comando Operativo di vertice Interforze di Roma.
Le Forze armate a supporto delle istituzioni civili…
Il sostegno alle istituzioni civili in caso di emergenze nazionali è l’ultimo dei compiti affidati dalla legge alle Forze armate. Di fronte alla pandemia, i militari lo stanno svolgendo con tempestività, costanza e ampia mobilitazione di personale e mezzi, ma sempre nel rispetto del ruolo guida della Protezione Civile, che è la responsabile ultima della gestione dell’emergenza, alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio. Così come la responsabilità della sanità resta in capo al ministero competente e alle singole regioni, e il controllo del territorio spetta a carabinieri, forze di polizia e prefetture alle dipendenze del ministero degli Interni.
…e non in loro sostituzione
Le Forze armate dunque possono e devono contribuire allo sforzo collettivo durante l’emergenza, e lo stanno facendo senza risparmiarsi. Passata la fase acuta della pandemia, tuttavia, tale impiego temporaneo non dovrà diventare un alibi per non riflettere su come avrebbe potuto essere meglio gestita la crisi, per mettere mano alle carenze mostrate dalle istituzioni civili o per imparare dalle buone prassi emerse. Ad esempio, il fatto che in Lombardia enti pubblici, società private e fondazioni del terzo settore siano riuscite ad allestire e rendere operativa alla Fiera di Milano, in 11 giorni, buona parte di un ospedale da 250 posti letto dimostra come eccellenze sanitarie e manageriali risiedano, ovviamente, anche al di fuori del perimetro militare e sappiano attivarsi in caso di emergenza.
Anche sul fronte del controllo del territorio, l’Italia conta già il numero più alto di forze di sicurezza pro-capite d’Europa, e quindi finita la fase acuta della pandemia non vi sarà certo carenza di organico per far rispettare la legge e contrastare la criminalità. Il tutto, senza più bisogno di impiegare migliaia di soldati dell’esercito nell’operazione Strade Sicure, come avvenuto negli ultimi 12 anni a prescindere dalla valutazione della minaccia, dal contesto internazionale e dall’alternanza di governo.
La difesa e il contesto internazionale
Nella cosiddetta “fase 3” della gestione della pandemia, far ripartire l’Italia vuol dire anche far tornare ciascuno a svolgere il proprio lavoro, nel settore privato come in quello pubblico o del volontariato. E a norma di legge i compiti prioritari delle Forze armate sono la difesa dello stato e l’azione a favore della pace e della sicurezza internazionale.
Compiti che non possono certo essere trascurati visto il contesto mondiale turbolento e teso, specialmente nel Mediterraneo e ai confini tra Nato e Russia, che non sarà certo più pacifico e stabile dopo che la fase più acuta della pandemia avrà attraversato non solo l’Occidente ma anche il Medio Oriente e l’Africa.