Il dilemma Europa dell’Unione vs Europa degli Stati
Perché l’Europa non ci aiuta? Perché l’Europa non interviene? Perché l’Europa non fornisce mascherine e respiratori? Questi sono solo alcuni degli interrogativi ostili, che in questi giorni cupi molti cittadini italiani si pongo. Ma allora a che ci serve l’Europa, ma l’Europa dov’è?
La vera domanda, però, è un’altra. Chi è l’Europa?
Dare una giusta risposta a quest’ultimo quesito è di enorme importanza. Nel caso infatti non ci riuscissimo, e continuassimo a parlare di Europa senza sapere bene a cosa ci riferiamo, corriamo tutti un grande rischio. Che è quello di ritrovarci un domani, dopo la pandemia di Covid-19, senza più alcuna fiducia nell’ideale comunitario e con le istituzioni europee ferite a morte.
Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza. A partire dal fatto che una cosa è l’Europa dell’Unione europea, un’altra è l’Europa degli Stati sovrani. Purtroppo le due Europe spesso si sovrappongono e si confondono l’una con l’altra. Nonostante siano due realtà ben distinte.
L’Europa dell’Unione è fatta dal Parlamento europeo, dalla Commissione europea e dai tanti organi comuni che operano da più di mezzo secolo per realizzare il benessere di tutti i cittadini europei, nessuno escluso.
L’Europa degli Stati, invece, è fatta da quegli organi interstatali che portano la voce dei governi nazionali all’interno delle istituzioni di Bruxelles. Questi sono il Consiglio europeo, il Consiglio e l’Eurogruppo per limitarci ai principali. Il loro fine è fare in modo che ciascuno Stato abbia il suo tornaconto. Perciò, se uno o più stati ritengono che il loro interesse nazionale non sia adeguatamente garantito, si mettono per traverso ed impediscono all’Unione europea di prendere decisioni e di agire per il bene comune.
Questo è il grande infingimento ed il grande difetto di tutta l’impalcatura europea: vorremmo che operasse a vantaggio di tutti, ma se temiamo che l’interesse nazionale non venga assicurato, ci aspettiamo che il nostro governo blocchi tutto.
Ed è ciò che sta accadendo anche con il coronavirus.
In materia di sanità pubblica l’Unione europea può fare alcune cose e le sta facendo, anche egregiamente. Ha sbloccato fondi esistenti, finanzia la ricerca scientifica, fa in modo che gli Stati aiutino le imprese, acquista i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà e mette in atto tante altre azioni di cui poco si parla nei media nazionali, non si sa bene perché.
Allo stesso tempo, però, ci sono alcune decisioni importanti, come quella di fornire ingenti aiuti finanziari da parte degli Stati più ricchi verso quelli più esposti alla pandemia, che l’Unione europea non può prendere da sola. Perché questo potere ce l’hanno gli Stati all’interno del Consiglio europeo e dell’Eurogruppo. E lo eserciteranno solo se tutti saranno d’accordo. Se non si arriva a questo accordo, se gli aiuti non vengono erogati, la colpa non sarà di un’Europa matrigna, egoista e prevaricatrice: la responsabilità è solo e soltanto degli Stati. Di ciascuno stato sovrano in base alla scelta che ha deciso di prendere.
Solo se si capisce questa fondamentale realtà, si può arrivare ad un giudizio corretto. E comprendere che è proprio in situazioni drammatiche ed eccezionali come quella che stiamo tutti vivendo, che l’Europa va sostenuta; non quella degli Stati, ma quella dell’Unione europea. È indispensabile darle fiducia e convincerci che domani, quando tutto sarà finito, nell’interesse di noi tutti cittadini europei, l’Unione europea invece di smantellarla dovremo rafforzarla, dandole anche il potere di imporre agli Stati di essere più solidali l’uno con l’altro quando si verificano situazioni di emergenza e di difficoltà, come la pandemia di coronavirus.