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I MEDIA ALLINEATI AL CREMLINO E COVID-19

Se la disinformazione russa in Italia corre più della pandemia

17 Mar 2020 - Nona Mikhelidze - Nona Mikhelidze

È da tempo che la politica, la società e talvolta anche il sistema giudiziario italiano vengono manipolati dalla disinformazione russa. A livello politico, uno degli esempi più eclatanti dell’ingerenza russa in Italia è l’indagine in corso sulla sospetta accettazione di fondi segreti russi da parte di membri della Lega che potrebbero essere stati usati per orientare l’opinione pubblica italiana verso posizioni vicine agli interessi russi. Venendo poi all’influenza sulla società, Facebook Italia ha chiuso numerose pagine di “fake news” russe che esponevano milioni di utenti a contenuti fuorvianti su migrazioni, vaccinazioni, diffondendo posizioni populiste e anti-establishment. Queste pagine erano state concepite con l’obiettivo di diffondere temi controversi al fine di creare ed esacerbare le divisioni nella società italiana. Quanto all’interferenza russa nel sistema giudiziario italiano, invece, vale la pena menzionare il caso di Vitaly Markiv, cittadino con doppio passaporto ucraino e italiano, risolto dal tribunale di Pavia con il supporto di due video di Russia Today e un rapporto di Russkaya Vesna.

Oggi la fabbrica della disinformazione del Cremlino si sta concentrando sull’attuale preoccupazione sanitaria internazionale, la pandemia di Covid-19, facendola così diventare un’arma nelle mani della Russia. Oltre settemila persone sono morte ad oggi a causa del coronavirus, ma, assieme alla pandemia, ad essersi diffusa è stata anche la la disinformazione. “All’Organizzazione mondiale della sanità non stiamo combattendo solo il virus, ma anche i troll e le teorie cospirative che minano la nostra risposta”, ha dichiarato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Teorie complottiste online
Secondo la EUvsDiSINFO (la task force East StratCom del Servizio europeo per l’Azione esterna), dallo scoppio dell’epidemia il numero di teorie complottiste si è moltiplicato in rete, rendendole letteralmente virali. Nello specifico migliaia di account mediatici collegati alla Russia hanno lanciato un attacco coordinato per diffondere la disinformazione sul coronavirus, ostacolando così gli sforzi globali per combattere la pandemia e accusando gli Stati Uniti di essere dietro la sua diffusione. La disinformazione è stata promossa in diverse lingue attraverso Twitter (quasi 2 milioni di tweet in tre settimane), Facebook e Instagram, oltre che tramite canali televisivi statali e siti web proxy.

Il coronavirus ha ispirato diversi tipi di narrative legate alla propaganda russa, come quella che vede nel virus uno strumento dell’imperialismo occidentale, una sorta di arma biologica creata dagli americani contro la Cina (ma anche altri Paesi), per indebolire il principale concorrente economico degli Stati Uniti. Secondo tali narrative, anche la Nato, insieme agli Stati Uniti, è da biasimare poiché utilizza il virus per impedire che alcuni Stati membri dell’Ue si avvicinino alla Russia. Ecco perché – continuano ancora le teorie cospirative – il coronavirus si sarebbe diffuso proprio in quei Paesi europei maggiormente intenzionati a cooperare con la Russia. La Francia aveva iniziato a parlare di “morte cerebrale della Nato“, aveva suggerito una maggiore cooperazione con Mosca e, un paio di settimane dopo, il coronavirus è stato scoperto in Francia. Lo stesso vale per l’Italia che aveva chiesto ufficialmente all’Unione europea di ritirare le sanzioni contro la Russia poco prima che gli italiani fossero contagiati dal virus.

Allo stesso modo, secondo i mass media russi è stato Bill Gates a finanziare la pandemia di coronavirus. La stampa russa ha diffuso la notizia di un’esercitazione chiamata “Event 201, organizzata dal capo di Microsoft, in cui si è simulata l’epidemia di un nuovo virus che avrebbe ucciso 65 milioni di persone in 18 mesi. Un’esercitazione con questo nome c’è stata davvero lo scorso ottobre, ospitata dal Johns Hopkins Center for Health Security, e si è concentrata sulla preparazione alle emergenze in caso di “grave pandemia”. La simulazione, però, non ha fatto alcuna previsione reale riguardo al numero di morti.

La creatività della disinformazione russa non si ferma qui. I media russi stanno sfruttando attivamente i parallelismi con il film del 2011 “Contagion” che racconta la storia di una pandemia che uccide milioni di persone in un mese. Russia Today ha infatti sostenuto che il film è la prova che il coronavirus è in realtà un’invenzione americana e progettato per colpire i nemici dell’America.

Oltre al contenuto specificamente anti-occidentale, la campagna di disinformazione russa diffonde teorie cospirative e false affermazioni per aumentare il panico ed esacerbare confusione e paura per l’epidemia. Sputnik ha riferito che papa Francesco e due dei suoi assistenti avevano contratto il coronavirus e erano quindi tutti in quarantena.

Un’operazione per confondere la popolazione
I media allineati al Cremlino stanno sfruttando la crisi per diffondere la disinformazione anche sui vaccini, sostenendo che esiste un’ampia base di studi scientifici che mette in discussione l’efficacia e la sicurezza degli stessi. Recentemente, la diffusione di notizie false e di disinformazione da parte della Russia sui social media in merito ai vaccini salvavita in Italia è stata ritenuta la causa principale della titubanza degli italiani a vaccinarsi. Secondo l’Oms, le notizie false hanno influito negativamente sui tassi di immunizzazione in Italia che hanno portato alla diffusione del morbillo nel paese.

In definitiva, la campagna di disinformazione russa sul coronavirus risponde a un modello prestabilito: non si cerca di convincere l’opinione pubblica a sposare una specifica lettura alternativa della questione, quanto piuttosto si mira a diffondere notizie false, a volte anche contraddittorie, per confondere la popolazione. Gli obiettivi sono fondamentalmente tre: incitare al panico, portando a comportamenti irrazionali e in questo modo minacciare la sicurezza pubblica; incoraggiare il razzismo e i discorsi di odio; minare la fiducia della popolazione nelle istituzioni occidentali, rendendola sospettosa delle risposte dei governi.

Una migliore comprensione della minaccia della disinformazione sul coronavirus è dunque estremamente urgente per contrastare la campagna russa contro l’Occidente e il rischio che essa rappresenta per le democrazie liberali nel lungo periodo.

Traduzione dall’originale inglese a cura di Flavia Fusco.