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La nuova strategia presentata da Borrell

Perché l’Africa è una priorità per la Commissione europea

11 Mar 2020 - Luca Barana, Bernardo Venturi - Luca Barana, Bernardo Venturi

Il rilancio delle relazioni fra l’Unione europea e l’Africa costituisce una delle priorità della Commissione geopolitica guidata da Ursula von der Leyen. Lo dimostrano le numerose visite diplomatiche delle principali cariche europee nei mesi scorsi, così come la priorità che è stata sin da subito riservata alla stesura di una nuova strategia comprensiva con l’Africa.

La Comunicazione “Towards a comprehensive Strategy with Africa, presentata lunedì 9 marzo, costituisce il primo passo di un dialogo con (e non per) la controparte africana, che culminerà a ottobre nel sesto summit a livello di capi di Stato e di governo fra le due Unioni, quella europea e quella africana. In quell’occasione sarà adottata una nuova strategia congiunta. Bruxelles ha più volte rimarcato come intenda prestare ascolto alle esigenze dei partner africani affinché la strategia sia realmente il frutto di una partnership fra pari. In questo senso, ha rivestito una grande importanza anche l’incontro fra la Commissione europea e quella dell’Unione africana di fine febbraio, dove comunque erano anche emerse le prime divergenze fra le parti.

Gli interessi comuni
La strategia avanzata dalla Commissione indica chiaramente le priorità su cui si dovrebbero concentrare le relazioni fra l’Europa e l’Africa, predisponendo cinque partnership tematiche, attraversate da dieci azioni.

Di fatto, il documento presenta due caratteristiche di fondo. Primo, va nella direzione innovativa e più volte evocata da Bruxelles di non pensare più al rapporto con l’Africa nei meri termini della cooperazione allo sviluppo, ma di una partnership a 360 gradi. In secondo luogo, però, si presenta ancora come una lista di problemi e opportunità dell’Africa, che il continente potrà risolvere o sviluppare grazie anche, e soprattutto, al suo vicino europeo. Soltanto alla fine del documento emerge una declinazione comune della strategia mirata al comune interesse per un rafforzamento del sistema multilaterale tramite un’azione congiunta in seno all’Onu nell’applicazione degli Accordi sul clima di Parigi (azione n. 10). Ne emerge quindi un documento asciutto, volutamente asettico, privo di riferimenti solidaristici o a questioni di equità e, per tanti versi, focalizzato su approcci neoliberali.

I temi della strategia
La prima partnership fra Europa e Africa riguarda la transizione ecologica e l’accesso all’energia. La strategia individua l’approccio comprensivo al cambiamento climatico come una delle priorità, sottolineando la vulnerabilità del continente, ma anche la ricchezza del suo capitale naturale.

La seconda partnership riguarda invece le sfide e le opportunità insite nel campo della digitalizzazione. La strategia individua due fattori determinanti: la crescita degli investimenti nelle infrastrutture digitali e in forme di accesso sostenibile all’energia elettrica, e la definizione di un contesto regolamentare adeguato, più volte ribadito (azione n. 2), con l’obiettivo a lungo termine di un mercato digitale africano.

La terza partnership si concentra sulla crescita sostenibile e sulla creazione di opportunità lavorative, in particolare per i giovani e le donne. Il commercio è un’area in cui l’Ue prende maggiormente in considerazione le dinamiche intra-africane in atto. Il documento strategico riafferma, infatti, il sostegno europeo all’area continentale africana di libero scambio. In questo settore, l’Ue si propone di mettere a disposizione dei partner la propria expertise derivante dal mercato unico europeo, con l’obiettivo di perseguire uno dei principali interessi europei: la predisposizione di un accordo di libero scambio fra i due continenti (azione n. 3). Altre priorità sono costituite dallo sviluppo di un clima favorevole agli investimenti (azione n. 4) e un massiccio intervento nel campo dell’istruzione (azione n. 5).

Le ultime due partnership costituiscono probabilmente il campo su cui si concentreranno maggiormente le divergenze fra la prospettiva europea e quella africana. La quarta partnership riguarda infatti pace, sicurezza, governance e resilienza. L’Ue indica che la priorità dovrebbe essere riconosciuta a una cooperazione strategica sulle principali aree di crisi, mantenendo un approccio integrato all’intero ciclo dei conflitti (azione n. 6). La cooperazione dovrebbe anche concentrarsi sul miglioramento della governance (azione n. 7) come precondizione di sicurezza e sviluppo, e su azioni per aumentare la resilienza dei paesi africani (azione n. 8).

Infine, la quinta partnership si concentra su migrazione e mobilità. La Commissione riconosce come la maggior parte dei flussi migratori si verifichi all’interno del continente africano e come una loro attenta gestione costituisca un’opportunità di sviluppo economico. Di conseguenza, viene rimarcato come sia necessario un approccio “bilanciato, coerente e comprensivo” con i partner africani per una gestione ordinata del fenomeno migratorio (azione n. 9). Emerge poi chiaramente come uno dei principali obiettivi europei rimanga quello dei rimpatri. È ipotizzabile, quindi, che su questo terreno i negoziati saranno particolarmente accesi.

Una congiuntura strategica
La strategia così delineata ha una struttura classica e in linea con i documenti che l’hanno preceduta. Caratterizzata a tratti da una spiccata vaghezza, sarà ora sottoposta all’attenzione dei partner africani e dovrà anche confrontarsi con il rinvio – alla fine del 2020 o alla firma di una nuova intesa – della scadenza dell’Accordo di partnership di Cotonou, la cui rinegoziazione con i paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) è ancora in corso. Il nuovo accordo, che dovrebbe definire le future relazioni principalmente in materia di cooperazione allo sviluppo, ha evidentemente molti punti di contatto con la nuova strategia, in cui però non compare come un elemento fondamentale.

Tuttavia, come ricordato in conclusione del nuovo documento strategico, per risultare davvero vincente, la nuova collaborazione fra Ue e Africa dovrà proprio ripartire dallo sforzo di rendere coerenti fra i loro le varie cornici di relazione fra i due continenti. Oltre a concentrarsi maggiormente su come essere partner comuni per azioni non solo in Africa, ma in Europa e nel mondo.