Usa2020: l’ottavo dibattito fra stelle nascenti e cadenti
L’ottavo dibattito elettorale democratico si è svolto venerdì 7 febbraio a Manchester, nel New Hampshire, quattro giorni prima del voto nello Stato. Vi hanno preso parte sette candidati: l’ex vicepresidente Joe Biden, l’ex sindaco Pete Buttigieg, i senatori Bernie Sanders, Elizabeth Warren ed Amy Klobuchar, il miliardario Tom Steyer e l’uomo d’affari Andrew Yang. Tre giorni prima, quel caucus dell’Iowa che da sempre costa una sproporzionata quantità di risorse a quanti si battono per la nomina di partito alle elezioni presidenziali per quanto in termini di delegati pesa solo per l’uno per cento del totale, si era concluso senza produrre un chiaro vincitore.
Quest’anno, l’Iowa non ha inciso sulle dinamiche elettorali come avrebbe potuto e dovuto, ma non è stato completamente irrilevante. In Iowa, Buttigieg ha superato ogni aspettativa, mentre Sanders si è aggiudicato la maggioranza del voto popolare, cosa molto importante per un candidato che sostiene di poter conquistare la Casa Bianca grazie a un’ondata di nuovi elettori. Biden sperava almeno di indebolire i suoi avversari a sinistra e, forse, di cancellare dalla competizione qualcuno dei suoi più diretti rivali, come Klobuchar, ma il suo distante quarto posto ha catalizzato ogni sorta di dubbio sulle sue reali possibilità. Pensando a Biden è ora quasi impossibile non chiedersi quanto sia eleggibile un’ex vicepresidente che non è riuscito a battere l’ex sindaco di una città di modeste dimensioni e due senatori costretti nelle ultime settimane quasi a sospendere le proprie campagne elettorali per seguire il procedimento d’impeachment del presidente Donald Trump. Warren e Klobuchar, infine, sono sopravvissute a questo primo test, ma “sopravvivere” non era certo il risultato in cui speravano. Tra le due, Klobuchar è quella che più versa in cattive acque: ha meno soldi e ultimamente un paio d’influenti organizzazioni afroamericane ne hanno esplicitamente chiesto il ritiro.
Biden, Klobuchar, Warren e Yang sono quindi arrivati in New Hampshire consapevoli che molte delle proprie speranze dipendevano dall’esito di questo dibattito. Tale consapevolezza ha contribuito a dar vita a un evento che è stato forse il più interessante della serie.
Le performance dei candidati
Per Biden questo è stato senz’altro il miglior dibattito, malgrado abbia iniziato sventolando bandiera bianca tanto da ammettere come la sua sconfitta in Iowa fosse pesante e da annunciare una sua nuova imminente sconfitta nel New Hampshire. Sebbene molto convincente, Biden è ancora una volta sembrato incapace di emanciparsi dal passato, e raramente le elezioni si vincono focalizzandosi sul passato. Warren ha affrontato i suoi colleghi cercando di conquistare consenso al centro strappandolo a Buttigieg senza per questo cedere a Sanders i suoi sostenitori più di sinistra. Come sempre, ogni suo intervento è stato forte e deciso ed è ripetutamente riuscita a mettere sotto pressione Buttigieg. Quanto a contenuti, Warren continua a dimostrarsi il più solido tra tutti i candidati, ma neanche quest’ultima sua ottima prestazione sembra poterla catapultare oltre il terzo posto.
Forse perché ormai alle corde, Klobuchar si è distinta come la vera vincitrice dell’intero dibattito e la migliore alternativa a Biden. Tra l’altro è riuscita a distruggere Buttigieg pur rimanendo divertente e ragionevole. L’impressione è che però per lei sia sempre tutto troppo poco e troppo tardi. Retoricamente forte, ma debole su ogni proposta concreta, anche Steyer ha avuto in New Hampshire il suo momento migliore. Con il progredire dei suoi interventi è apparso chiaro che il miliardario californiano non si stava dando per obiettivo gli elettori del New Hampshire quanto quelli della South Carolina. Del resto, Steyer aveva già speso in South Carolina più di tutti i suoi avversari messi insieme. Nel caso in cui la sua scommessa si rivelasse vincente, Steyer finirà soprattutto con il condannare la candidatura di Biden che proprio in South Carolina si gioca il tutto per tutto. Anche Yang continua a migliorare in quei pochi minuti in cui in genere gli è data la parola. In questo dibattito, Yang, come Sanders, ha dimostrato di saper riorientare ogni domanda a favore delle sue priorità ma, a differenza di quest’ultimo, non sembra aver molto altro da dire oltre al reiterare l’esigenza di un reddito di base universale.
Lo strano duo Sanders-Buttigieg
Da parte loro, Buttigieg e Sanders stanno ormai da tempo cavalcando due ben diverse narrative. Buttigieg si presenta quale un nuovo John Kennedy, un volto giovane in rappresentanza di una nuova generazione in grado di inaugurare una nuova era del partito democratico. Sanders si presenta come un collaudato e affidabile rivoluzionario in grado di ergersi di sopra dell’intero establishment washingtoniano per offrire la vittoria al popolo.
In New Hampshire, Buttigieg ha scoperto cosa significa affrontare uno di questi dibattitti da front-runner perché per la prima volta si è ritrovato a doversi difendere attraverso l’intera serata, e nel farlo ha dimostrato gravi debolezze. Verbalmente sempre molto fluente, Buttigieg si è ritrovato ad evadere palesemente molte delle domande che gli arrivano tanto dai moderatori quanto dai suoi colleghi. In particolare, non è riuscito a nascondere i problemi che lo separano da quella comunità afroamericana che a fine mese, in South Carolina, costituirà il sessanta per cento del suo elettorato. Anche Sanders si è ritrovato al centro di una serie di attacchi, ma questo ha giocato in suo favore. Il senatore del Vermont tende ad avere uno scarso rendimento nei dibattiti quando viene ignorato, ma è molto più accattivante quando si ritrova a rispondere a quanti mettono in discussione la sua visione. L’altra sera, Sanders non commettendo errori ha fatto esattamente ciò che doveva per mantenere la sua posizione di leadership.
Oltre che per aver chiuso il capitolo rappresentato dal fiasco dell’Iowa, il dibattito del New Hampshire sarà ricordato come l’ultimo al quale non ha partecipato il miliardario ed ex sindaco di New York Michael Bloomberg. Questo perché, in una mossa che ha sollevato non poche polemiche, il Comitato Nazionale Democratico ha di recente deciso di modificare in suo favore le condizioni fin qui richieste per partecipare ai propri dibattiti televisivi. Il 19 febbraio, Buttigieg, Sanders, Warren e forse Kobluchar si daranno quindi appuntamento con Bloomberg a Las Vegas, in Nevada, tre giorni prima della terza tornata di questa lunga stagione elettorale.