Riad guarda a Oriente
Un approccio più assertivo e interventista a livello regionale, e un allargamento – soprattutto a Est – del ventaglio di partnership da coltivare sullo scacchiere globale: questo è il quadro dell’attuale politica estera dell’Arabia Saudita che emerge da una serie di recenti studi pubblicati su The International Spectator.
Vicini ingombranti
Alla radice dei nuovi orientamenti c’è il progressivo disimpegno statunitense dall’area mediorientale avviato dall’amministrazione Obama. L’accresciuta influenza iraniana in Iraq e la possibilità di una distensione tra Teheran e le potenze occidentali connessa al negoziato sul nucleare hanno aumentato la percezione di insicurezza saudita, spingendo Riad ad adottare in prima persona un atteggiamento più muscolare. Nel contempo, l’esplosione della Primavera araba nel 2011, e quindi della guerra civile siriana, hanno alterato gli equilibri pre-esistenti nella regione. Il nuovo protagonismo di Paesi come Turchia e Qatar è stato visto da Riad come una minaccia per le proprie ambizioni egemoniche nel campo sunnita.
È in questo quadro, mettono in evidenza Federico Donelli e Giuseppe Dentice, che si spiega il rinnovato attivismo saudita non solo nello Yemen (con la sostanzialmente fallimentare Operation Decisive Storm del 2015) e nei confronti di Doha (verso cui è stato avviato l’embargo nel 2017), ma anche nel vicino Corno d’Africa. Qui il governo di Riad – in parallelo, non senza contrasti interni, con quello degli Emirati Arabi Uniti – ha fatto leva sulla sua influenza economica, culturale e in misura crescente anche militare per spingere paesi come Sudan, Sudan del Sud, Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia ad allinearsi alle proprie posizioni. Le proteste e il colpo di stato militare che hanno portato al rovesciamento del presidente sudanese Omar al-Bashir nell’aprile del 2019 vanno letti anche alla luce delle crescenti interferenze saudite ed emiratine nell’area.
Vecchi alleati e nuove partnership
Su un piano sovraregionale, Riad ha iniziato ad allargare i propri orizzonti al di là della storica alleanza con Washington. Particolarmente importanti sono, in questo senso, i progetti di investimento sviluppati con la Cina, anche nel contesto della Belt and Road Initiative, e gli accordi preliminari sottoscritti con la Russia per l’acquisto dei sistemi di difesa antiaerea S-400. La tendenza saudita a “guardare a Oriente” si è accentuata soprattutto nel corso delle due amministrazioni Obama ma, sottolinea Shirzad Azad, ha radici più profonde. Acquisti clandestini di missili cinesi da parte saudita, ad esempio, risalgono già alla metà degli anni ’80.
Per quel che riguarda la principale industria del paese, il petrolio, le esportazioni saudite sono ormai da diversi anni rivolte soprattutto verso l’Estremo oriente, mentre imprese asiatiche – e in particolari cinesi – sono direttamente coinvolte nei grandi progetti infrastrutturali portati avanti da Riad, garantendo un apporto non solo di forza lavoro, ma anche di tecnologia e know-how.
Un piano nucleare saudita
Un ambito particolarmente delicato di collaborazione è quello che riguarda lo sviluppo di un’industria nucleare per uso civile da parte saudita: in questo caso il partner privilegiato restano gli Stati Uniti, ma la possibilità di un’interlocuzione su più tavoli può rappresentare un’importante strumento di pressione per Riad – a testimonianza del fatto che la strategia del “guardare a Oriente” non mira certo a rompere l’alleanza pluridecennale con Washington, ma piuttosto a diversificare le opzioni disponibili per il governo saudita, come scrive Thomas Demmelhuber.
Ad accentuare questa tendenza ci sono state negli ultimi anni anche le ripercussioni sul piano internazionale dell’omicidio di Jamal Ahmad Khashoggi (cui significativamente ben poca attenzione è stata prestata dai governi russo e cinese); e, più in generale, la necessità per la nuova leadership che fa riferimento al principe ereditario Mohammad bin Salman di garantirsi quelle risorse economiche e simboliche che sono fondamentali per la sopravvivenza del regime sul lungo periodo.