IAI
2-Non porre limiti all'immaginazione

Viaggio nei segreti del Giappone

24 Gen 2020 - Umberto Vattani - Umberto Vattani

Tokyo è una città continuamente in progresso. Gli architetti a Tokyo sanno che le licenze per costruire hanno una data di scadenza 20 anni, perché l’edificio verrà distrutto e uno nuovo prenderà il suo posto.

Da Tokyo alla Woven city
Ma la visione più straordinaria per il futuro è il progetto della prima ‘Woven city‘: la creazione ai piedi del Monte Fuji di una città interamente interconnessa, totalmente ecosostenibile che promuoverà un nuovo, entusiasmante stile di vita.

Un vero laboratorio vivente, che accoglierà famiglie e ricercatori interessati a sviluppare e a provare nuove tecnologie, intese ad assicurare il massimo di autonomia, mobilità, robotica, case intelligenti in un ambiente reale quanto mai favorevole grazie alla natura circostante e al verde.

Il design delle strade, ma anche delle piazze, degli spazi comuni e degli edifici, prevede l’uso quasi esclusivo del legno, per ridurre l’impatto ambientale; mentre tutta l’energia deriverà dall’idrogeno e dai pannelli fotovoltaici sulle coperture dei palazzi. Questa nuova città vedrà la luce nel 2021 e sarà aperta a quanti siano interessati a migliorare il modo in cui si potrà vivere in futuro.

Una tradizione proiettata al futuro
L’attenzione alle applicazioni dei nuovi ritrovati della tecnologia e dell’intelligenza artificiale non vuol dire che il Giappone abdichi al valore della memoria; al contrario, è molto geloso della propria storia. Intende mantenere la sua identità che riposa su forme, tradizioni e concetti propri del suo passato, che venera e considera elementi fondanti della propria civiltà: – il concetto del vuoto, ritenuto più importante del pieno. Il vaso non è la ceramica, ma l’aria che racchiude. – Il concetto del : l’intervallo tra due istanti, tra silenzio e suono. – La rarefazione dello spazio. – Il tatami e il kimono, simboli di arredo e di abbigliamento che distinguono i giapponesi da qualsiasi altro popolo.

La forza della tradizione ha avuto un profondo impatto sull’opinione pubblica al momento dell’incoronazione del nuovo Imperatore. In una sala semivuota, presenti solo alcuni dignitari, l’Imperatore vestito da abiti sacrali, che solo lui può indossare, ha assistito al momento solenne della presentazione dei simboli del suo potere: due ciambellani hanno depositato, sprofondandosi in inchini davanti alla sua augusta persona, alcuni involucri chiusi di cui nessuno conosce il contenuto.

La dinastia imperiale non è la sola dinastia in Giappone: vi è la dinastia degli attori del teatro del Nō, la dinastia di quelli del Kabuki: famiglie che ne tramandano l’arte da generazioni, usano le stesse maschere e i medesimi abiti, secolo dopo secolo. E, ancora, la dinastia di chi realizza kimoni con telai medievali; le dinastie dei fabbri, dalle cui fucine escono le lame katana, le più taglienti che siano mai state realizzate dall’uomo; le dinastie delle famiglie che fondono l’oro e lo trasformano in foglie così sottili che nessuno è mai riuscito a imitare, neanche con le tecnologie più sofisticate, mentre questi orafi affondano la loro sapienza nelle passate generazioni.

Ecco perché il Giappone è importante per noi: perché, senza perdere i suoi elementi distintivi, non ha mai posto limiti, ristretto gli orizzonti alla propria immaginazione. Un esempio luminoso da non perdere di vista, giacché anche noi siamo altrettanto insaziabili nella ricerca creativa di nuove forme e di nuovi processi nel campo dell’estetica e dell’innovazione, attenti, nel contempo, a non perdere le peculiarità e le particolarità della nostra millenaria civiltà.

Una sinergia italo-giapponese
Per questo motivo sono da apprezzare le iniziative avviate dalla Farnesina per rilanciare la cabina di regia con questo grande Paese.In Giappone ai fini di una più dinamica evoluzione del sistema economico si attribuisce un particolare valore alla ricerca all’interno delle Università, tant’è che proprio un team di studenti ha ottenuto il record di velocità nella trasmissione dei dati: ha così aperto la strada alla tecnologia di rete di prossima generazione 6G.

Anche a Venezia, alla Venice International University (Viu), si discute da oltre 25 anni di temi riguardanti il rinnovamento dei processi produttivi con una speciale attenzione ai problemi del cambiamento climatico. Della Viu fanno parte 20 Atenei provenienti da varie parti del mondo, tra cui anche la Waseda, Università di Tokyo che apporta un approccio originale all’esame delle sfide mondiali, protagonista di focus internazionali nella sede dell’Ateneo.

Ed è l’unicità dell’alleanza fra questi 20 Atenei a far sì che la Viu sia un incubatrice di orizzonti mondiali, il che implementa la ricerca in parallelo e le dà un mercato di dimensioni planetarie. Un approccio giapponese per un’Università che non ha eguali al mondo.

Seconda parte dell’articolo “Viaggio nei segreti del Giappone” pubblicato il 16 Gennaio 2020.