Russia-Occidente: basta stereotipi, è tempo di dialogare
Pubblichiamo di seguito la traduzione in italiano di una dichiarazione congiunta di 16 membri del gruppo di contatto sulle relazioni tra Russia e Occidente dello European Leadership Network (ELN) – composto da parlamentari, diplomatici e esperti di tutta Europa -, in cui si incoraggia il dialogo nella relazioni tra Mosca e l’Occidente.
La perdita di fiducia tra Russia e Occidente è profonda e, tendendo sempre più a istituzionalizzarsi, è oggi molto difficile da superare e alimenta un conflitto verosimilmente destinato a durare molti anni. Un conflitto che presenta già rischi e costi molto alti.
Non ci sono soluzioni semplici a questo conflitto. Ma rimangono ancora scelte da prendere, che potranno sia renderlo ancor più costoso e rischioso sia agevolarne la distensione.
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I 16 firmatari di questa dichiarazione congiunta siamo membri di un gruppo di affermati esperti, provenienti da tutto il continente europeo.
I nostri background sono diversi; e ancora di più lo sono i nostri punti di vista. Abbiamo differenti piani di interpretazione ed esperienza riguardo le divergenze tra Russia e Occidente.
Ci troviamo in disaccordo su chi e che cosa sia responsabile di tale divisione e su cosa bisogni fare a riguardo. Tuttavia, siamo unanimemente d’accordo su due punti centrali per la sicurezza e il benessere futuri dell’Europa: è necessario abbandonare gli stereotipi e cominciare a dialogare.
Cambiare discorso e linguaggio
Individui e società hanno diverse visioni della realtà, con differenze alimentate da convincimenti rispetto a ciò che è doveroso, lecito o giusto e dalla forte percezione di una minaccia esterna.
Le nostre classi dirigenti e la stampa possono scegliere di dar voce a questi sentimenti, che si prestano bene ad attirare un ampio pubblico. Le rispettive istituzioni che si occupano di sicurezza sono tenute ad adottare una visione pessimistica riguardo una potenziale minaccia proveniente dell’altra parte.
È più semplice e appagante sotto molti punti di vista stereotipare la controparte, piuttosto che analizzare i molti fattori in gioco. Tuttavia, la semplificazione delle dichiarazioni pubbliche produce solo maggiore semplificazione, non consente di riconoscere che la controparte non ha visioni monolitiche e porta alla perdita di opportunità per diminuire la tensione.
Una volta messe in moto, tali dinamiche sono difficili da abbandonare. Divengono endemiche alla dialettica pubblica, alle politiche interne e a quelle degli apparati di sicurezza nazionale.
Quello che noi, semplicemente, suggeriamo è si faccia uno sforzo maggiore per promuovere la consapevolezza degli stereotipi e di come essi funzionino.
Riteniamo che la misura in cui personaggi pubblici – siano essi giornalisti, funzionari o politici – fanno ciò è il vero termometro del loro reale interesse a una responsabile gestione del conflitto tra Occidente e Russia.
I benefici del dialogo
Dialogare gli uni con gli altri non avrà risolto le nostre divergenze. Tuttavia, abbiamo potuto constatare come questo ne abbia migliorato la comprensione e ci abbia aiutato nell’analisi della gamma di letture, in Russia e in Occidente, rispetto alla situazione in cui ci troviamo.
Il dialogo ci ha anche permesso di identificare con più facilità e di essere più consapevoli degli stereotipi che tutti noi adoperiamo rispetto ai nostri Paesi e alla controparte.
In tal modo, il dialogo ha fatto sì che migliorassimo la comunicazione con chi all’interno del nostro gruppo aveva opinioni molto diverse. Ci ha, inoltre, aiutato ad identificare meglio e discutere vie concrete per andare avanti.
Ecco perché riteniamo, in tutta semplicità, che anche un maggior dialogo tra Russia e Occidente possa sortire effetti simili.
Il dialogo non deve essere strettamente finalizzato a tali scopi. Non deve né dovrebbe essere configurato soltanto a livello di summit tra leader. Il dialogo può essere di una qualche utilità anche se instaurato tra organizzazioni della società civile e gruppi non governativi come stiamo tentando di fare noi con il nostro. Può prendere la forma di concrete collaborazioni tra aree delle nostre società ed economie, ancora paralizzate dal conflitto e dovrebbe includere contatti anche tra i livelli più bassi dei rispettivi apparati governativi.
Cimentarsi nel dialogo aiuta ad abbandonare gli stereotipi. Abbandonare gli stereotipi migliora la politica. E una buona politica è in grado di ridurre costi e pericoli legati al conflitto nel quale si trovano oggi la Russia e i Paesi occidentali.
I membri del Contact Group sulle relazioni tra Russia e Occidente dello European Leadership Network (ELN):
Dmitri Androssow, (Russia) Membro del Federal Political Council
Oksana Antonenko, (Russia) Direttore del Global Risk Analysis, Control Risks
Mireille Clapot, (Francia) Membro dell’Assemblea Nazionale
Alexey Gromyko, (Russia) Direttore dell’Institute of Europe at the Russian Academy of Sciences; Membro del Russian International Affairs Council
Riina Kaljurand, (Estonia) Consigliere del Dipartimento Programmazione Politica, Ministero degli Affari Esteri dell’Estonia
Stephen Kinnock, (Regno Unito) Membro del Parlamento
Sergii Leshchenko, (Ucraina) Giornalista; ex Membro del Parlamento
Delphine O, (Francia) Ambasciatore al Segretariato Generale del Generation Equality Forum 2020; ex Membro dell’Assemblea Nazionale
Victoria Panova, (Russia) Direttore dell’Oriental Studies Institute, Far Eastern Federal University
Katarzyna Pelczynska-Nalecz, (Polonia) Direttore dell’Open Europe Programme, Fondazione Stefan Batory; ex Ambasciatore per la Russia e Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri
Dmitry Polikanov, (Russia) Membro del Concilio di Esperti della Federazione Russa; ex Vicedirettore della Central Executive Committee of United Russia
Mikhail Rostovskiy, (Russia) Giornalista e Commentatore, Moskovsky Komsomolets
Laetitia Saint-Paul, (Francia) Vicepresidente dell’Assemblea Nazionale
Nathalie Tocci, (Italia) Direttore dell’Istituto Affari Internazionali; special advisor dell’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini
Sergey Utkin, (Russia) Capo della Strategic Assessment Section, IMEMO Russian Academy of Sciences; Capo del Dipartimento di Politica Estera e Sicurezza, Centre for Strategic Research
Ernest Wyciszkiewicz, (Polonia) Direttore del Centre for Polish-Russian Dialogue and Understanding
Le opinioni sopra espresse non riflettono necessariamente la posizione dello European Leadership Network o di alcuno dei suoi membri. La finalità dello ELN è di incoraggiare dibattiti che possano aiutare lo sviluppo di una capacità europea di affrontare le incombenti sfide di politica estera, difesa e sicurezza.
Foto di copertina © Kay Nietfeld/DPA via ZUMA Press
Traduzione dall’originale in inglese a cura di Andrea Butruce.