Anniversari: Kenneth Neal Waltz, un’eterna struttura brillante
Assieme ai trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, si celebrano quest’anno anche due importanti anniversari ‘libreschi’ per gli affari internazionali e la politica internazionale. Ovvero i sessanta anni dalla pubblicazione di Man, The State and War (1959) e i quaranta di Theory of International Politics (1979), entrambi opera del politologo statunitense Kenneth Waltz (1924-2013).
In particolare nella “teoria della politica internazionale” Waltz argomentava su sistemi multipolari e bipolari, interrogandosi sul peso relativo delle strutture, sulla loro stabilità e condizioni di equilibrio. In modo inaspettato, il 9 novembre 1989 Berlino si trasforma in un variopinto teatro d’avanguardia sperimentale, spingendo in avanti – e verso una terra incognita – anni di speculazione teorica.
Waltz a Berlino
Con la caduta del Muro infatti, e con il passaggio dalla binaria grammatica bipolare a una inedita condizione unipolare del mondo, una paradossale “cortina di indeterminatezza politica” cala in capo ad attori, cancellerie, comunità diplomatiche. Rendendo le scelte politiche molto più variabili rispetto ai tempi della precedente e lineare ‘cortina di ferro’ evocata da Winston Churchill nel 1946 a Fulton.
La domanda amletica per l’attore egemone è – a partire quel momento – se tenere in riserva la propria forza o spenderla. Accesi o spenti? L’Amministrazione Clinton propende per la seconda opzione, quella Obama 15 anni dopo evocherà in questo corso di azione un rischio di dissanguamento. In senso diametralmente opposto, alcuni commentatori dell’attuale presidenza Trump credono che il “risparmio” sia una illusoria opzione di breve periodo, ricadendo di nuovo sull’attore a stelle e strisce nel lungo periodo.
L’analisi per livelli (Uomo, Stato, Sistema) di Waltz condotta nel suo libro del 1959 rimane ancora oggi una vetta di intuizione politologica, traguardando una eterna struttura brillante che agisce da fattore di costrizione, spesso indifferente a preferenze valoriali e intenzioni originarie. Nel testo del 1979 si rincorrono ulteriori paradigmi interpretativi politici ed economici, ove le “aziende Stato” sono fortemente influenzate dalle “condizioni di mercato strutturale”. Operare in un monopolio è ben diverso da un regime oligopolistico o anche da un duo-polio consolidato da oltre 40 anni di confronto.
Elaborare le relazioni internazionali oggi
Al livello sistemico, la contrapposizione del sistema bipolare Usa-Urss divideva, ma unificava allo stesso tempo tutti i sottosistemi regionali in una stessa macro-logica fondante. Oggi i sub-sistemi regionali operano condizione di frammentazione progressiva, privati di criterio unitivo. Questa condizione rende il senso del panico cognitivo odierno, che si parli in Italia di deriva di ordine liberale (Alessandro Colombo) o in modo più figurato di naufragio del Titanic (Vittorio Emanuele Parsi), negli Stati Uniti di giungla di ritorno (Robert Kagan), grande delusione (John Mearsheimer) o inferno di buone intenzioni (Stephen Walt). Stesso tono si registra ascoltando analisti politici indiani come Raja Mohan parlare in Russia.
Innanzi a noi si snodano oggi paesaggi strategici diversificati per come sono osservati da singole finestre nazionali, poiché siamo ricollocati e schiacciati con forza nel nostro spazio regionale e nel nostro scompartimento ferroviario di appartenenza, sia esso di prima o seconda classe, in deragliamento identitario o anche in una condizione di percepito andamento rettilineo. Viviamo quasi tutti tempi di crisi e con tensione alla rifondazione delle strategie di azione.
Conclusioni. Tra cani di Neruda e mare di Braudel
Un po’ ovunque, in tempi di post-bipolarità, post-occidentalità e mancata co-estensione tra spazi economici e strumenti di governance efficace, paiono riattivarsi patrimoni e repertori culturali ancestrali. In un mondo oggi strutturalmente “indecidibile”, o quanto meno a basso grado di leggibilità, si avverte quindi con forza l’urgenza di nuovi linguaggi e nuove categorie di comprensione, quell’urgenza poeticamente narrata dal cileno Pablo Neruda rispetto all’ululato del cane alsaziano a dieta. Pena il rischio di una successiva afasìa politica e progettante per gli anni a venire.
Al di là delle figure politiche individuali e del “man” waltziano (prima immagine di una triade complessa fatta di Stati e soprattutto di struttura), ovvero della storia evenemenziale di superficie, occorre quindi ripensare con rinnovata attenzione al contesto nel quale siamo oggi immersi. Questo per cercare di cogliere i portati storici delle correnti profonde sotto la superficie del mare, secondo l’immagine felicemente impiegata dallo storico Fernand Braudel per descrivere – a sua volta – il suo strutturalismo storiografico.