IAI
La casistica dei presidenti sotto accusa

Usa: impeachment, Trump e il contesto storico-costituzionale

8 Ott 2019 - Lucio Martino - Lucio Martino

Nelle discussioni che hanno preceduto il varo della Costituzione degli Stati Uniti, traspare chiaramente il timore dei padri fondatori che l’impeachment potesse essere usato come uno strumento politico, nonché lo sforzo di garantire uno standard che salvaguardasse il presidente da impeachment mossi da fazioni politiche, passioni o interessi di parte. A loro avviso, tale procedura doveva essere invocata solo qualora ci fosse il più ampio consenso sul fatto che il presidente aveva gravemente abusato dei suoi poteri.

Casi di impeachment abortiti o mancati
L’avvio di un procedimento d’impeachment contro il presidente è un evento storicamente raro, quasi eccezionale. Finora, un solo presidente è stato effettivamente giudicato nell’ambito di una procedura d’impeachment, vale a dire il diretto successore di Abraham Lincoln, Andrew Johnson, il quale fu però assolto per un solo voto. Inoltre, solo altri due presidenti sono stati indagati nell’ambito di tale procedura: Richard Nixon e Bill Clinton. In genere, anche nei casi in cui una proposta d’impeachment sarebbe stata legittima, il Congresso ha agito con grande moderazione, sia per una questione di diritto costituzionale, sia per opportunità politica. Gli esempi, da questo punto di vista, non mancano.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fino all’approvazione del Lend-Lease Act, vendere armi ad altre nazioni era vietato dalla legge. Nonostante ciò, però, il presidente Franklin Delano Roosevelt trasferì clandestinamente e illegalmente in Gran Bretagna ingenti quantità di armi e munizioni, mentendo ripetutamente al Congresso e al popolo americano.

Circa venti anni dopo, ingannando il Senato e l’intera Nazione, il presidente Dwight Eisenhower descrisse come impegnato in una missione di meteorologia il ricognitore strategico U-2 abbattuto dai sovietici sul loro territorio e, probabilmente violando la legge, arrivò anche a inviare armi all’Indonesia, allora considerata governo ostile.

Neppure quando emerse che il presidente John Kennedy aveva numerose relazioni sessuali, una delle quali con una donna legata a un alto esponente della criminalità organizzata, l’avvio di un procedimento d’impeachment non fu mai seriamente preso in considerazione.

Con una decisione che all’epoca ebbe non poco rilievo, la Camera si rifiutò di considerare come legittima l’accusa di impeachment fondata sulla presunta evasione fiscale commessa dal presidente Richard Nixon in quanto, sebbene difficilmente giustificabile, essa non costituiva un abuso dell’autorità distintamente presidenziale. E all’indomani della dimissioni di Nixon si diffusero voci riguardanti un possibile accordo segreto tra quest’ultimo e il suo successore, Gerald Ford. Tuttavia, neanche l’acceso clima del momento fu sufficiente per avviare un procedimento d’impeachment nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti.

Infine, a metà degli Anni Ottanta, l’indagine condotta da un procuratore indipendente su un’illegale triangolazione di armi e denaro che spaziava dall’Iran al Nicaragua produsse circa sette incriminazioni e quattro condanne, che arrivano a coinvolgere funzionari del ramo esecutivo di alto livello. All’epoca, molti ritennero che il presidente Ronald Reagan non potesse non essere personalmente coinvolto in tali atti illeciti. Eppure, nessuna procedura d’impeachment fu mai avviata nei sui confronti, né tanto meno contro l’ex vicepresidente di Reagan, e successivamente presidente lui stesso, George W. H. Bush, parimenti coinvolto in tale traffico di armi.

Anche in questo caso, un’indagine d’impeachment non sarebbe stata difficile da immaginare. Tuttavia, tale procedura non emerse mai come concreta possibilità.

Una nuova tendenza costituzionale
A onore del vero, non è per nulla chiaro come interpretare quest’elenco di mancati impeachment. Manca una spiegazione univoca e autorevole del perché in questi casi l’impeachment non sia stato preso sul serio, l’unica certezza è che in passato gli Stati Uniti non hanno percorso la via dell’impeachment anche quando avrebbero potuto farlo.

Date queste premesse, è forse possibile avanzare l’ipotesi che il senz’altro minor livello di cautela con il quale si è arrivato a invocare l’impeachment nei confronti prima del presidente Clinton, e ora del presidente Donald Trump,  sia un sintomo, più che delle specifiche circostanze, di un’ambizione di rinnovamento istituzionale, conseguibile anche solo su base consuetudinaria, la quale conduca di fatto a un sistema parlamentare in cui il capo dell’esecutivo può essere rimosso dal suo incarico con un voto di sfiducia.