Italia/Usa: governo, Spannaus, viene meno l’affinità populista
“I rapporti con gli Stati Uniti continueranno ad esserci, anche se non saranno più basati su un’affinità populista. Detto questo, dipenderà anche da come si porrà l’Italia: se si porrà come un attore all’interno all’Unione europea, non avrà più punti dalla Casa Bianca; se invece cercherà di avere un ruolo più diretto con gli Usa, questo potrebbe essere interessante” per l’Amministrazione statunitense. Andrew Spannaus, consigliere delegato dell’Associazione Stampa Estera di Milano, è un giornalista e analista americano ed è il fondatore di transatlantico.info. E’ conosciuto per avere scritto ‘Perché vince Trump’, saggio edito da Mimesis, dove spiega le vere motivazioni dietro al successo di Donald Trump e le opportunità offerte da questa rivolta degli elettori. Il suo ultimo libro invece si intitola ‘Original Sins. Globalization, Populism and the six contradictions facing the European Unioni.
C’è chi ha definito il nuovo governo italiano, il Conte2, un esperimento al buio, chi una scelta opportunista. Lei come lo considera?
Andrew Spannaus – Da un punto di vista generale, per l’Italia e per l’Europa, questo governo è un ‘salva Europa’. Poi è sicuramente anche una concessione all’opportunismo per evitare di andare al voto.
Il Presidente Trump aveva appoggiato fortemente il governo giallo-verde, ma la settimana scorsa Trump ha pure dato la sua benedizione anche al Conte2… Com’è visto questo nuovo governo a Washington?
Andrew Spannaus – Bisogna sempre ricordarsi che in America si ha sempre una conoscenza sommaria di quello che succede in Italia e che generalmente c’è voglia di un’Europa stabile. Detto questo, se è vero che Donald Trump e la sua cerchia ristretta vedevano bene il governo precedente, bisogna anche considerare che ciò che pensa Trump non è per forza ciò che pensa l’Amministrazione americana. E questa distinzione conta molto. Non darei quindi molto peso al sostegno di Trump al Conte2. Probabilmente viene più da Mike Pompeo e da John Bolton, ovvero da quanti conducono una loro politica estera che non è sempre in linea con quella del presidente. Insomma, c’è una parte dell’Amministrazione americana che non piange, se non c’è più la Lega al governo.
E secondo lei il nuovo governo sarà in grado di avere dei rapporti stretti con gli Stati Uniti, nonostante Trump?
Andrew Spannaus – I rapporti con gli Stati Uniti continueranno a esserci, anche se probabilmente saranno diversi. Saranno più istituzionali e non più basati sull’affinità populista che poteva esserci prima. Conterà meno anche l’appoggio di Trump, che è una figura controversa. Detto questo, se l’Italia si porrà come un attore all’interno all’Unione europea, non avrà più punti dalla Casa Bianca. Se invece cercherà di mantenere un ruolo da ponte all’interno dell’Europa e se cercherà di avere un rapporto più diretto con gli Usa, questo potrebbe essere interessante” per l’Amministrazione statunitens. “Ma bisogna vedere come lo farà. Quando Matteo Salvini ha incontrato Pompeo lo scorso giugno, il segretario di Stato gli ha chiesto una sorta di allineamento in termini di politica estera, riferendosi alla Russia, alla Cina, al Venezuela… Ora bisogna vedere se il nuovo governo sarà in grado di rassicurare Washington”.
Secondo lei Luigi Di Maio, nuovo ministro degli Esteri, sarà in grado di farlo? Di Maio è stato uno dei sostenitori del memorandum d’intesa con la Cina, molto critico di Guaidò in Venezuela…
Andrew Spannaus – Dipende se deciderà di essere in linea con il governo precedente senza una particolare rottura o se invece sarà più preoccupato dal rientro dell’Italia in Europa. Sicuramente, rispetto al governo precedente e ai rapporti con la Lega, Di Maio dovrà cercare di rassicurare gli Stati Uniti per quanto riguarda i rapporti con la Cina e il Venezuela. Il governo giallo-rosso ha già adottato il decreto Golden Power e questo è sicuramente un messaggio rassicurante per gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la Libia. Fino ad adesso l’Italia ha avuto dall’America una sorta di delega informale. Continuerà ad averla?
Andrew Spannaus – Non mi aspetto un grande cambiamento ma ricordiamoci che comunque si tratta di una delega limitata. Non si tratta di dare un ruolo esclusivo all’Italia, mettendo da parte altri attori…