Argentina-Brasile: da qui riparte l’alleanza sudamericana
Dopo anni di incertezze sul futuro dell’integrazione regionale sudamericana come conseguenza della crisi politica in Brasile, il recente vertice tra il presidente argentino Mauricio Macri e quello brasiliano Jair Bolsonaro ha portato con sé il rilancio dell’alleanza strategica tra Buenos Aires e Brasilia e una riconfigurazione del quiescente Mercosur, il mercato comune dell’America latina. Tuttavia, al di là degli accordi commerciali e di cooperazione in settori chiave per i due Paesi, l’incontro ha lasciato alcuni problemi irrisolti.
In primo luogo, non è stata adottata nessuna decisione relativa al ruolo della regione nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sul 5G. Una questione di assoluta rilevanza, tenendo conto del grado di dipendenza dei Paesi latinoamericani dal commercio e dagli investimenti cinesi. E non è stato fatto alcun riferimento alle minacce che possono mettere a rischio le infrastrutture critiche e la strategia che Paesi periferici come Argentina e Brasile dovrebbero perseguire per affrontare un mondo sempre più frammentato e con tendenza alla de-globalizzazione.
Più cooperazione in energia e politica nucleare
L’Argentina e il Brasile condividono problemi comuni e l’integrazione energetica è uno di questi. Sebbene i due Paesi abbiano matrici energetiche molto diverse (nel Brasile le fonti rinnovabili rappresentano il 43,8%, mentre in Argentina il gas naturale rappresenta il 50%), entrambi sostengono l’importanza delle fonti rinnovabili come fattore chiave nella risoluzione del problema dell’approvvigionamento energetico. In questo senso, nel corso del vertice Macri-Bolsonaro sono stati firmati numerosi accordi e memorandum d’intesa per proseguire nella cooperazione iniziata da tempo fra i due Paesi. Sotto questo punto di vista, gli accordi su energia elettrica e bioenergia sono stati tra i risultati più evidenti dell’incontro. E i due Paesi hanno evidenziato anche il potenziale energetico del giacimento petrolifero di Vaca Muerta, nella Patagonia settentrionale, per la politica interna e industriale di Argentina e Brasile. Sul fronte delle bioenergie, l’intenzione è di approfittare dell’alta produttività dei settori agricoli argentini e brasiliani per trasformare i prodotti primari in energia.
Un altro nodo importante ha riguardato la politica nucleare, ambito nel quale i due Paesi hanno una lunga storia di cooperazione bilaterale cominciata con l’accordo di Guadalajara per l’uso esclusivamente pacifico dell’energia nucleare, rafforzato in seguito con la creazione dell’Agenzia brasiliano-argentina di contabilità e controllo dei materiali nucleari (Abacc), l’accordo a quattro tra quest’ultima, Buenos Aires, Brasilia e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), fino ad arrivare alla Dichiarazione di Montevideo sulla cooperazione nucleare Argentina-Brasile del 2018.
Verso un nuovo Mercosur
Per quanto riguarda il processo d’integrazione sudamericano, la regione sembra essere in una nuova fase di transizione e definizione. Quasi smembrata l’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur) dopo il ciclo del regionalismo post-egemonico, il Mercosur torna da protagonista per approfondire l’integrazione bilaterale tra Argentina e Brasile e reindirizzare il processo a carattere regionale verso un modello di “sviluppo globale”.
La volontà di creare una moneta unica (il Peso Real) per entrambi i Paesi non sembra essere in linea con il livello d’integrazione raggiunto per il blocco. Infatti, Mercosur è ad oggi un’unione doganale imperfetta, non prevede la libera circolazione di tutti i beni, servizi e fattori produttivi e non ha una politica macroeconomica comune. Per questo, la creazione di una moneta unica non può essere un obiettivo di breve termine.
Ma al di là di ciò, il punto più importante è quello che riguarda l’accordo commerciale, che sembra all’orizzonte, tra il Mercosur e l’Unione europea. In questo senso, nei giorni successi all’incontro tra Macri e Bolsonaro, varie fonti diplomatiche hanno confermato che l’accordo tra i due blocchi sarebbe pressoché concluso, spianando la strada alla costruzione della zona di libero scambio più grande al mondo. In un contesto globale di crescente tensione commerciali, l’accordo tra Mercosur e Ue mettere a un chiaro punto a favore del multilateralismo liberale.
I grandi assenti nel menu dei temi
Come già detto, però, il vertice Macri-Bolsonaro ha avuto dei convitati di pietra nell’agenda dei temi affrontati. La guerra commerciale fra Washington e Pechino e le nuove minacce su infrastrutture critiche, cibernetiche, sulle rete governative, i servizi finanziari, le comunicazioni, l’approvvigionamento idrico sono stati i grandi assenti del vertice tra i due presidenti sudamericani.
In questo contesto, due sono le risposte che l’alleanza argentino-brasiliana ci dovrà dare. In primo luogo, sapere quale sarà il ruolo che la regione sudamericana adotterà in riferimento alla vicenda 5G di Huawei. In questo senso, si sa che l’adozione di questa rete nel 2020 significherebbe un miglioramento della competitività, ma potrebbe danneggiare il rapporto che la regione ha con gli Stati Uniti, traducendosi anche in una minaccia.
In conclusione, per quanto riguarda le infrastruttura critiche, sono tanti i rapporti che hanno segnalato la vulnerabilità latinoamericana in diverse aree. Questo vuol dire che i Paesi periferici non sono più sicuri di quelli centrali. Di fatto, invece, soffrono di più in conseguenza di problemi strutturali e carenze d’investimento. In questo contesto, sarebbe interessante sapere come la regione intende affrontare le nuove minacce globali.
Foto di copertina © Mario De Fina/Fotoarena via ZUMA Press