Ue domani: Erri De Luca, cittadini e Paesi “petali d’una rosa”
Petali di una rosa, in cui ognuno “contribuisce alla bellezza comune”: così, Erri De Luca vede i cittadini e i Paesi dell’Unione. De Luca è uno dei più importanti scrittori italiani: ha scritto narrativa, teatro, poesia; ha fatto traduzioni. Il suo primo libro, ‘Non ora, non qui‘, è stato pubblicato nel 1989; e, da allora, i suoi lavori sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Vive nella campagna romana, dove ha piantato e continua a piantare alberi; e dove ha risposto alle domande di AffarInternazionali.it.
Nel suo ultimo libro ‘Il giro dell’oca’ lei parla di una generazione che avrà molto da fare e che prospererà con l’economia del risanamento. Che ruolo avrà l’ambiente in questo risanamento?
L’ambiente è il futuro di un’altra economia, il cui profitto si fonderà sugli investimenti del risanamento, sulla priorità delle energie rinnovabili, sulla educazione civica alla premura per il territorio, inteso su scala di mondo e non di propri paraggi.
Fra meno di un mese ci saranno le elezioni europee. Lei cosa si aspetta da queste elezioni? I partiti di sinistra hanno finalmente messo al centro dei loro programmi elettorali la questione ambientale.
Mi aspetto una buona tenuta dei partiti europeisti, dunque un ridimensionamento delle aspettative delle formazioni nazionaliste ostili all’Unione. L’attenzione all’ambiente, rispetto alle urgenze attuali, non è ancora cominciata, restando solo un capitolo in agenda e non il centro da cui irradiare il resto.
Quali sono le priorità che l’Ue dovrebbe darsi per tutelare l’ambiente e i suoi cittadini e, soprattutto, per non impoverire il mondo?
L’Unione deve trasformare l’Europa nel continente pilota dell’alternativa energetica, nella università dei progetti e dei rimedi ai guasti procurati.
In un’intervista ha detto che anche i cittadini hanno una responsabilità per “rinfrescare il pianeta”. Concretamente, cosa dovrebbero fare?
Nei piccoli centri l’educazione civica è spesso più sviluppata che nelle grandi città. La raccolta dei rifiuti, il risparmio energetico, la responsabilità verso il vicinato: oggi l’esempio viene dai comuni virtuosi che indicano il percorso da battere. Sono loro l’avanguardia, mentre i grandi centri sono retrovie.
Come dovrebbe essere la scuola dei cittadini che salvaguarderanno l’ambiente?
La scuola è formazione di una coscienza e di una responsabilità pubblica, non una corsa a ostacoli di esami. Deve trasmettere nuova attenzione per le materie scientifiche dedicate alla relazione tra umanità e ambiente.
In un appello alla conferenza di Parigi per la Cop21 aveva scritto che sperava in una pioggia di rose selvagge sull’Europa. Chi sono queste rose selvagge e contro chi dovrebbero combattere?
Restando nell’immagine della rosa, ecco che ognuno è tenuto a considerarsi petalo di uno sviluppo che contribuisce alla bellezza comune.
La foto che correda questa intervista è stata gentilmente fornita dall’Archivio Fondazione Erri De Luca