Colombia: l’economia “arancione” e i nuovi rapporti con l’Italia
“Siamo impegnati a dare impulso all’economia ‘naranja’ (arancione) affinché i nostri attori, artisti, produttori, musicisti, designer, pubblicitari, gioiellieri, drammaturghi, fotografi e animatori digitali conquistino i mercati, migliorino le loro entrate e lavorino con successo”: così Iván Duque nel discorso d’insediamento del 7 agosto 2018 alla presidenza della Colombia.
Il più giovane presidente della storia moderna della Colombia, avvocato di 42 anni con una specializzazione in economia alla Georgetown University, Washington DC, ha fatto dell’economia ‘arancione’ il tratto distintivo del suo mandato: “Dobbiamo scommettere su questo tema perché genera ricchezza qui e in tutto il mondo”, aggiunge.
Per la Inter-American Development Bank (Idb), dove Duque ha lavorato e scritto sull’argomento, per economia creativa, o “orange economy”, si deve intendere l’insieme di tutti i beni e servizi protetti – o che possono essere protetti – dai diritti di proprietà intellettuale.
Con Felipe Buitrago, il neo-presidente colombiano ha pubblicato La Economía Naranja, una oportunidad infinita (Ed. IDB-2013) sul potere dell’economia creativa, sulla capacità di generare ricchezza dalla proprietà intellettuale che diventa capitale primario, volano di un processo di sviluppo identitario e di sistema.
L’industria culturale colombiana
Gabriel García Márquez, Cartagena de Indias, Shakira, el “vallenato” e poi, nello sport, Falcao e James Rodriguez sono diventati i simboli positivi della nuova Colombia post accordi di pace; espressioni della riconosciuta considerazione internazionale del Paese che diventa industria culturale identitaria.
Tempo ne è passato e soprattutto tenacia è servita per far sì che il grottesco glossario da “falled State” lasciasse il passo alla complessiva e colorata crescita socio-culturale della società colombiana, attraversata da un importante processo di modernizzazione e da un’innata espressione di bellezza, talento e creatività.
Uno studio del 2013 condotto dall’ Oxford Economics per l’Idb ha stabilito che il settore creativo nei Paesi della regione costituisce “un’immensa fonte di dinamismo per le economie”. In Colombia rappresenta il 3,6% del Pil, genera un milione di posti di lavoro ed è un settore con potenzialità esponenziali, soprattutto in valore aggiunto, ovvero un innalzamento significativo degli standard sociali e di progresso.
I rischi
Il quadro geopolitico è complicato, non privo di rischi. la Colombia “orange profil” deve trovare i giusti margini di autonomia dall’asse culturale e strategico Trump-Bolsonaro. Il rischio è lo schiacciamento massivo nelle relazioni e nelle opzioni di sviluppo; esattamente il contrario di un originale modello di espansione a-spaziale.
La sfida della pace non è vinta, anzi; il terribile attentato alla scuola di polizia Santander del 17 gennaio, con la morte di 21 persone e 61 feriti, ha portato all’interruzione dei negoziati con l’Eln in corso all’Avana. Duque che ha vinto le elezioni su posizioni critiche agli accordi di pace di Santos, ora ha il compito di guidare una transizione storica che, in quanto tale, ha bisogno di scelte chiare: uscire dall’immobilismo, dando nuova personalità al processo di riconciliazione nazionale; intervenire contro la corruzione che significa credibilità del nuovo corso e, non ultima, la posizione sulla crisi venezuelana.
La Colombia è il Paese che maggiormente sta soffrendo gli effetti sociali ed economici dell’esodo venezuelano e che ha tutto da perdere dall’attuale scontro frontale Guaidò-Maduro, dall’egemonia Trump-Bolsonaro e, soprattutto, dall’assenza di uno spazio di autonomia politica: le conseguenze di un evoluzione violenta della crisi possono essere enormi.
Le enormi potenzialità del sistema-Paese: il nuovo ruolo dell’Italia
Il sistema-Paese Colombia offre le migliori condizioni di stabilità politica, economica e giuridica della regione e può vantare il medesimo rating dell’Italia, BBB S&Poors. L’Unione europea, dopo l’accordo di libero scambio del 2012, ha nel 2015 eliminato il visto d’ingresso nell’area Schengen e intensificato gli accordi di cooperazione in tema di giustizia e sicurezza. Ufficialmente membro dell’Ocse, la Colombia per il World Investment Report è al 25° posto per destinazione di investimenti esteri, grazie anche alla creazione di zone franche, ad una solida infrastruttura 4G ed alla seconda manodopera Imd del Sud America per qualificazione.
La recente visita ufficiale (8-13 aprile) del presidente del Senato Elisabetta Casellati a Bogotá e Cartagena, dove ha incontrato le più alte cariche istituzionali e governative, ha consolidato e dato nuovo slancio alle relazioni bilaterali tra i due Paesi, definite di “grandi potenzialità”.
In Colombia, l’Italia è impegnata con il suo migliore know how: energia e ingegneristica. L’Enel con Salini-Impregilo a fine 2015 ha avviato la produzione di energia elettrica nell’imponente bacino di El Quinbo; un’opera straordinaria per capacità di produzione (400MW) e sotto il profilo ingegneristico.
Enel è il primo investitore privato nel settore energetico colombiano
Enel Green Power Colombia (Egpc) ha inaugurato il 5 aprile, alla presenza del presidente Duque, il primo parco solare fotovoltaico di El Paso (86,2 MW), importantissimo progetto nel campo del mix di generazione del Paese. Codensa, società di distribuzione del Gruppo Enel, distribuisce e vende elettricità a Bogotá e a 103 comuni nei dipartimenti di Cundinamarca, Boyacá e Tolima.
Italia e Colombia hanno eliminato le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e il Gruppo Salini-Impregilo è in gara (tra i nove gruppi selezionati) per i lavori della metropolitana di Bogotà.
Nella capitale colombiana un pezzo di cultura è rappresentato dall’Istituto Leonardo da Vinci, fondato nel 1958, tra le più antiche scuole della città e tra le migliori scuole italiane nel mondo.
Cultura e innovazione sono le naturali e strategiche direttrici di collaborazione tra Italia e Colombia, come ci spiega il nuovo ambasciatore colombiano a Roma Gloria Isabel Ramirez Rios, impegnata su due dossier di straordinaria importanza a sostegno della partnership imprenditoriale: il collegamento diretto Roma-Bogotà e il reciproco riconoscimento e ricongiungimento dei contributi versati dai lavoratori nei rispettivi sistemi previdenziali.
Come l’impegno per il caffè colombiano, il più pregiato al mondo, danneggiato dalla speculativa pratica della miscela, ovvero dalla combinazione di più origini del caffè che ne squalifica la qualità e la riconoscibilità Doc. Una pratica che colpisce il lavoro e la vita di più di cinquecentomila famiglie che vivono della coltivazione del caffè, rappresentando il Paese nella sua migliore identità: su questi temi, Italia e Colombia hanno tanto da condividere e, soprattutto, da fare.Gloria Isabel Ramirez Rios