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I risultati dell'esperimento del governo

Finlandia: reddito di base, più felicità, pari lavoro

12 Feb 2019 - Gianfranco Nitti - Gianfranco Nitti

L’esperimento per il reddito di base intrapreso in Finlandia ha aumentato il senso di benessere dei partecipanti anche se non ha avuto effetti sui livelli occupazionali: lo ha reso noto il governo in un seminario dove ha presentato i risultati preliminari del test, alla presenza di Pirkko Mattila, ministro per gli Affari Sociali e la Salute, e Anu Vehviläinen, ministro del Governo locale e delle Riforme pubbliche.

Effetti sul benessere maggiori di quelli sull’occupazione
L’esperimento sul reddito di base non ha aumentato i livelli occupazionali dei partecipanti nel 2017, primo anno dell’esperimento biennale. Ma, alla fine del test, il livello di benessere percepito dai partecipanti era migliore di quello del gruppo di controllo. Quest’ultimo era composto da quanti nel novembre 2016 avevano ricevuto un sussidio di disoccupazione ma non erano stati selezionati per ricevere il reddito di base.

L’esperimento sul campo, realizzato dall’agenzia finlandese Kela (omologa dell’Inps), aveva scelto 2000 disoccupati a campione per ricevere 560 euro esentasse ogni mese. I partecipanti potevano lavorare o avviare proprie attività e continuare a ricevere il denaro, ma non potevano ritirarsi dal test.

“Si può affermare che, durante il primo anno dell’esperimento, i beneficiari del reddito di base non si sono trovati né meglio né peggio del gruppo di controllo nel trovare un impiego”, ha commentato Ohto Kanninen, coordinatore della ricerca presso l’Istituto del lavoro per la ricerca economica, in una dichiarazione resa pubblica dal governo.

Meno burocrazia, più felicità
Le persone che percepivano il reddito di base hanno riferito che il beneficio esentasse ha loro facilitato la creazione di imprese e che erano soddisfatti della riduzione della burocrazia.

“Il reddito di base può avere un effetto positivo sul benessere del beneficiario, anche se a breve termine non migliora le sue prospettive di occupazione“ afferma Minna Ylikännö, capo ricercatrice di Kela. “I beneficiari avevano meno sintomi di stress, meno difficoltà di concentrazione e meno problemi di salute rispetto al gruppo di controllo. Erano anche più fiduciosi nel loro futuro e nella loro capacità di influenzare i problemi della società”.

Gli effetti dell’esperimento del reddito di base sul benessere sono stati studiati anche attraverso un sondaggio telefonico, effettuato appena prima del completamento dell’esperimento. Il 55% per cento dei partecipanti al reddito di base e il 46 % del gruppo di controllo intervistati alla fine dello scorso anno percepiva il proprio stato di benessere come buono o molto buono.

Nel contempo, il 17 % dei beneficiari di reddito di base e il 25 % del gruppo di controllo dichiaravano invece di avere sperimentato un grado elevato o molto alto di stress negli ultimi due anni. Il tasso di risposta per il sondaggio è stato del 23%.

Adattare il welfare all’economia moderna
L’esperimento sociale, lanciato dal governo del primo ministro Juha Sipilä, mirava a verificare come il sistema di welfare della Finlandia si potrebbe adattare ai cambiamenti nella vita lavorativa. L’esperimento, iniziato il 1 gennaio 2017, si è concluso il 31 dicembre 2018: era teso a verificare se il labirintico sistema di benefici sociali esistente in Finlandia possa essere ridisegnato per fare fronte a un’economia in evoluzione, dove i lavori permanenti a tempo pieno sembrano essere diventati un ricordo del passato.

Alcuni studiosi ritengono che l’idea di un pagamento mensile standard sia una buona soluzione per affrontare l’emergente gig economy – in cui le persone spesso si destreggiano tra diversi lavori temporanei e part-time – e hanno evidenziato come l’attuale sistema di 43 diversi tipi di sussidi sia troppo difficile da affrontare e vada semplificato.

Secondo Olli Kangas, professore dell’Università di Turku e capo della ricerca di Kela, l’esperimento dovrebbe già essere considerato un successo, perché la Finlandia sta ponendosi le domande giuste per ottimizzare il suo tentacolare sistema di sussidi e incentivare adeguatamente le persone a cercare attivamente lavoro.

Dati e percentuali dell’esperimento
Durante la valutazione dell’esperimento sono stati studiati gli effetti del reddito di base su occupazione, reddito e benessere dei partecipanti. I risultati della ricerca sono stati appena pubblicati. I beneficiari del reddito di base hanno avuto in media 0,5 giorni di occupazione l’anno in più rispetto al gruppo di controllo. Il numero medio di giorni di lavoro durante l’anno è stato di 49,64 giorni per i beneficiari del reddito di base e di 49,25 per il gruppo di controllo.

La percentuale che aveva avuto guadagni o reddito da lavoro autonomo è risultata essere di circa un punto percentuale più alto per i beneficiari di un reddito di base (43,70%) che per il gruppo di controllo (42,85%). L’ammontare dei guadagni e dei redditi da lavoro autonomo è stato in media di 21 euro più basso per i beneficiari di un reddito di base (€ 4.230) che per il gruppo di controllo (€ 4.251).

Lo studio degli effetti sull’occupazione dell’esperimento del reddito di base si riferisce ai dati raccolti durante il primo anno; i risultati per il secondo anno saranno pubblicati nei primi mesi del 2020, ma nel frattempo altri dati saranno pronti nell’aprile 2019. La valutazione comprenderà anche uno studio sulle risposte del sondaggio, che sarà effettuato nella primavera 2019.

“Valutazioni attendibili degli effetti dell’esperimento saranno disponibili quando tutti i materiali raccolti saranno stati analizzati… Solo allora potremo valutare i possibili effetti dell’introduzione di un reddito di base in Finlandia”, avverte il professor Kangas.

Un esperimento innovativo di successo
L’esperimento del reddito di base è stato un test sociale eccezionale sia a livello nazionale che internazionale, in quanto è stato svolto sul campo, con campionatura su scala nazionale. La partecipazione all’esperimento non è stata volontaria: è dunque possibile trarne conclusioni più attendibili  rispetto a precedenti esperimenti a base volontaria.

“Le lezioni apprese durante la pianificazione e la realizzazione di questo esperimento forniscono una solida base per l’ideazione di nuovi test sociali ambiziosi, ad esempio un’imposta sul reddito negativa”, sottolinea Kangas.

Secondo il ministro Mattila, “Obiettivo dell’esperimento del reddito di base era identificare i modi per semplificare il sistema di sicurezza sociale, eliminando l’eccessiva burocrazia e rimuovendo gli ostacoli agli incentivi”. Il test “produce dati unici sui vari fattori che influenzano il comportamento umano, l’occupazione e il benessere”.

Anche se il modello di reddito di base sviluppato per l’esperimento non sarà probabilmente adottato come tale su scala più ampia, Mattila penao che l’esperimento abbia avuto molto successo: “Possiamo utilizzare i dati per ridisegnare il nostro sistema di sicurezza sociale, che sarà la prossima grande riforma”.

L’interesse globale per l’esperimento
E sulle ripercussioni dell’esperimento, il ministro ha notato che “ha suscitato molto interesse in tutto il mondo e ha avuto un impatto positivo sull’immagine della Finlandia. Siamo percepiti come un Paese che ha la capacità di guardare le cose da una nuova prospettiva e di raccogliere ulteriori informazioni “.

Effettivamente l’attenzione dei media internazionali attorno all’esperimento è stata senza precedenti. Anche in Italia, dove, però, complice l’introduzione del reddito di cittadinanza, titoli e contenuti di molti media sono stati stati spesso fuorviati e falsati da confronti improponibili e da strumentalizzazioni a uso interno.

Il parere del professor Kangas
Il professor Kangas, il padre dell’esperimento sul reddito di base in Finlandia, ha risposto ad alcune nostre domande.

– Professor Kangas, è soddisfatto dai risultati preliminari dell’esperimento?
Lo sono certamente. L’unica riserva è il fatto che non abbiamo ricevuto molte risposte nel sondaggio. I dati principali sono i seguenti: il reddito di base non ha avuto nessun effetto sull’occupazione, cioè il denaro non rendeva i partecipanti più pigri rispetto a quelli del gruppo di controllo, ma non ha nemmeno influenzato positivamente il loro tasso di occupazione. I mass media in Finlandia si sono concentrati solo su quest’ultimo punto.

– Il reddito di base in Finlandia potrebbe essere applicato a tutta la popolazione in futuro?
Non questo modello, poiché non era prevista alcuna tassazione per recuperare il reddito base qualora fosse aumentato il reddito da lavoro.

– Nel complesso, il test è stato utile?
Penso che sia stato utile in molti modi. Ci costringe a porci le domande principali sul reddito di base: quanto, a chi e su quali basi.

– È corretto affermare che l’obiettivo principale del test era razionalizzare il sistema dei sussidi sociali in Finlandia più che migliorare l’occupazione?
Inizialmente, per il governo,  l’obiettivo dello studio doveva essere stabilire se il reddito di base potesse migliorare il tasso di occupazione. Successivamente, le commissioni parlamentari hanno aggiunto ulteriori aspetti del welfare da studiare nell’esperimento. Quindi, la motivazione iniziale era l’occupazione, ma poi sono stati aggiunti burocrazia e welfare dei destinatari.