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Rigurgiti razzismo e strage Pittsburgh

Usa: midterm, acuita la frattura fra Trump ed ebraismo americano

15 Nov 2018 - Giorgio Gomel - Giorgio Gomel

I risultati delle elezioni di midterm per le due Camere del Congresso degli Stati Uniti confermano l’acuirsi  di una frattura già profonda fra l’ ebraismo americano e gli atteggiamenti e gli atti dell’Amministrazione Trump.

Secondo i sondaggi svolti dal centro studi Pew e dalla Cnn, nelle elezioni del 2016 Trump ottenne il  il consenso del 24% degli elettori ebrei contro il 70% della Clinton. In queste elezioni, soltanto il 17% degli elettori ebrei ha votato per candidati repubblicani, il 79% per quelli democratici.

I democratici ebrei eletti come membri del Congresso sono stati 28, di cui 21 rieletti e 7  nuovi eletti, contro appena due repubblicani.  Nove senatori e due governatori, inoltre, sono ebrei del partito democratico.  Membri ebrei eletti al Congresso saranno a capo di importanti commissioni: quelle ad esempio Esteri, Intelligence, Appropriations, Etica.

Le priorità degli ebrei americani, più sanità che Israele
Sondaggi  più articolati, come quello proposto da Jstreet – un’associazione ebraica americana molto attiva nel promuovere una soluzione di pace del conflitto israelo-palestinese fondata sul principio dei “due Stati” – , confermano come, malgrado  l’influenza politico-finanziaria di donatori come Sheldon  Adelson, molto vicini al Likud e al governo di Israele, nonché le lusinghe tentatrici offerte da Trump con la decisione di trasferire l’ambasciata degli Usa in Israele a Gerusalemme  e di rompere ogni rapporto diplomatico-finanziario con i palestinesi, sposando così posizioni della destra israeliana, gli ebrei americani guardano prioritariamente a temi quali la difesa delle minoranze, la separazione fra Stato e Chiesa, la giustizia sociale, la difesa del welfare.

Il 75 % di essi disapprova gli atti di Trump come presidente e individua come temi preminenti delle proprie scelte elettorali  la sanità pubblica e il controllo delle armi. Soltanto il 4 % degli intervistati colloca Israele al primo posto.

Le insidie del razzismo e dell’anti-semitismo
Gli ebrei americani ritengono che sia più efficace per la difesa del loro  futuro combattere il razzismo e le discriminazioni, alleandosi con quei soggetti minoritari  e deboli che ancora ne soffrono, e lottare perché sussistano società plurali e aperte che rispettino il convivere di diverse identità, specialmente di minoranza.

Infine, l’antisemitismo. Già l’anno scorso, dopo le marce suprematiste bianche di Charlottesville  e l’ambiguo atteggiamento di Trump, che postulò una sorta di equivalenza morale fra gli estremisti della destra razzista e i loro avversari antirazzisti, organismi rappresentativi dell’ ebraismo e del rabbinato americano avevano opposto la loro protesta.

L’Antidefamation League – un’organizzazione ebraica da sempre attiva contro il pregiudizio antisemita e xenofobo –  aveva dichiarato in quei giorni che “l’antisemitismo è penetrato nel linguaggio comune in modi che molti ebrei che hanno vissuto gli orrori della Germania nazista trovano sconvolgente”.

Ma l’eccidio di massa nella sinagoga di Pittsburgh di ottobre, il peggiore attentato anti-ebraico nella Diaspora dopo quello compiuto contro le istituzioni ebraiche di Buenos Aires nei primi Anni ’90, ha fortemente acuito i contrasti dell’ ebraismo americano con Trump e i suoi atteggiament . Lo stesso rapporto quasi irenico  fra gli ebrei americani e il loro Paese, il loro senso di sicurezza rispetto all’ondata antisemita che ha colpito in anni recenti diversi Paesi europei, rischia di infrangersi.

Nella percezione di molti ebrei , a Pittsburgh come altrove,  le affermazioni di Trump circa la mancanza di guardie armate nella sinagoga, quasi che le vittime fossero ‘colpevoli’ di tale imprudenza, e la virulenza del linguaggio contro gli immigrati “invasori” – che l’assassino ha in un certo senso mutuato accusando gli ebrei di sostenere con le attività della Hebrew Aid Immigrant Society  ( gloriosa associazione fondata negli Anni ’80 dell’ottocento per assistere gli ebrei fuggiaschi dalla Russia zarista)  l’approdo di  rifugiati e immigrati da varie zone del mondo negli Stati Uniti,  tradiscono una sottovalutazione nefasta dei rigurgiti antisemiti che attraversano la società americana.