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Ue-Giappone: un partenariato contro la voglia di protezionismo

19 Ago 2018 - Andrea Jorma Buonfrate - Andrea Jorma Buonfrate

Il ruolo del Giappone nel continente asiatico ha subito un importante ridimensionamento in seguito alle politiche degli Stati Uniti in tema di bilancia commerciale, orientata soprattutto verso il protezionismo e la preferenza verso il prodotto nazionale. Tuttavia, la politica estera del Sol Levante è in continua crescita, sia sul piano economico sia militare.

Dopo aver subito gravi critiche da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardo a quelle che vengono percepite dagli americani come “tattiche di commercio ingiuste”, il Giappone e l’Unione europea (trattata come un avversario a livello economico da parte di Washington in questi mesi) hanno fatto importanti passi avanti sulla conclusione di partenariato strategico ed economico.

Un processo strategicamente rilevante
Alla base dell’accordo tra Tokyo e l’Ue c’è la possibilità di ampliare il mercato europeo e creare una zona di libero scambio che includa oltre 600 milioni di persone e circa un terzo del Pil mondiale attraverso due continenti. Si è trattato del più grande trattato commerciale bilaterale mai negoziato dall’Unione, con l’obiettivo di eliminare fino ad un miliardo di dollari in dazi e dar vita alla più vasta area di libero scambio al mondo.

Il negoziato dei due accordi di partenariato (quello economico, Epa, e quello strategico, Spa) siglati a luglio a Tokyo, in occasione del 25esimo vertice Ue-Giappone, è durato circa cinque anni, con frequenti colloqui bilaterali in modo da definire le cornici e i beni interessati dall’intesa, per un totale di 18 riunioni con i governi nazionali e i rappresentanti del governo giapponese. Il 6 luglio 2017, il progetto ha raggiunto il suo primo successo con la definizione degli accordi di principio e l’inizio del perfezionamento dell’accordo di partenariato finale. La firma degli accordi del 17 luglio scorso pone il termine al processo negoziale, in attesa dell’approvazione da parte del Parlamento europeo e della Dieta giapponese.

Gli elementi fondamentali dell’accordo
L’accordo eliminerà la maggior parte dei dazi che vengono pagati annualmente dalle imprese dell’Ue che esportano in Giappone, e comporta la soppressione di una serie di annosi ostacoli normativi, ad esempio sulle automobili. Esso permetterà inoltre al mercato giapponese, che conta 127 milioni di consumatori, di accedere alle principali esportazioni agricole europee e aumenterà le opportunità di esportazione dell’Ue in vari altri settori.

Per quanto riguarda le esportazioni agricole dall’Ue, l’accordo potrà, in particolare: eliminare i dazi giapponesi su molti formaggi, consentire all’Ue di aumentare in modo sostanziale le esportazioni di carni bovine verso il Giappone, garantire la protezione in Giappone di oltre 200 prodotti agricoli europei di alta qualità, le cosiddette indicazioni geografiche (Ig), nonché la protezione nell’Unione di una serie di Ig giapponesi.

L’accordo apre anche i mercati dei servizi, in particolare finanziari, del commercio elettronico, delle telecomunicazioni e dei trasporti ed elimina a livello nazionale le barriere agli appalti in un settore economicamente importante come quello ferroviario. Inoltre, prevede per specifici settori europei sensibili, come quello automobilistico, periodi di transizione che vanno fino a 7 anni prima della soppressione dei dazi doganali.

Sul commercio e sullo sviluppo sostenibile fissa standard molto elevati in materia di lavoro, sicurezza e tutela dell’ambiente e dei consumatori, rafforza gli impegni dell’Ue e del Giappone a favore dello sviluppo sostenibile e nella lotta ai cambiamenti climatici (è il primo accordo commerciale negoziato dall’Ue che prevede impegni specifici rispetto all’accordo di Parigi sul clima) e tutela pienamente i servizi pubblici.

Per quanto riguarda la privacy, Tokyo e Bruxelles hanno concordato il mutuo riconoscimento dei reciproci sistemi di protezione dei dati, il che consentirà il flusso sicuro di dati tra l’Ue e il Giappone, creando in tal modo il più vasto spazio di flusso sicuro di dati a livello mondiale.

Un colpo di reni per il commercio internazionale
Grande soddisfazione è stata mostrata da entrambi le parti alla firma del partenariato. Il premier giapponese Shinzo Abe ha dichiarato che “Ue e Giappone hanno dimostrato una forte determinazione ad essere portabandiera del libero mercato internazionale”, in un’era segnata dai protezionismi e dalle chiusure.

Dello stesso avviso anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, secondo il quale “questo accordo porterà vantaggi tangibili a entrambe le parti e salvaguarderà contemporaneamente i rispettivi settori sensibili.”

Cecilia Malmström, commissaria europea responsabile per il commercio internazionale si è detta convinta che con la firma del partenariato “inviamo al mondo il forte segnale che due delle sue maggiori economie credono ancora nel libero scambio e si oppongono sia all’unilateralismo sia al protezionismo. I vantaggi economici di questo accordo sono evidenti. Eliminando dazi per miliardi di euro, semplificando le procedure doganali e affrontando gli ostacoli interni agli scambi, esso offrirà opportunità alle imprese di entrambe le parti per lo sviluppo delle esportazioni e l’espansione delle attività commerciali”

L’accordo, come anticipato, è attualmente in attesa di essere esaminato da parte del Parlamento europeo e della Dieta giapponese, dopodiché potrebbe entrare in vigore nel 2019, mentre continuano i negoziati con il Giappone sulle norme per la protezione degli investimenti e sulla risoluzione delle controversie in materia di protezione degli investimenti.

Foto di copertina © Riccardo Pareggiani/Pacific Press via ZUMA Wire