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Campagne elettorali occidentali

Da Usa 2016 a Italia 2018: Russia, elezioni ed euroscetticismo

2 Mar 2018 - Giovanna De Maio - Giovanna De Maio

Dagli attacchi cyber durante le scorse elezioni presidenziali americane alla disinformazione e ai legami con la destra estremista durante quelle francesi, l’interferenza politica della Russia nelle democrazie occidentali è ormai un tema caldo che non smette di fare discutere.

Nell’occhio del ciclone dei giornali italiani e stranieri sono finiti anche due partiti italiani – la Lega e il Movimento 5 Stelle , proprio a causa delle connessioni con Mosca e con Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin.

Con l’avvicinarsi del 4 marzo è importante fare luce sulla natura di questi legami e su quale siano gli obiettivi della Russia rispetto all’Italia in uno scenario post-elettorale.

Affinità ideologiche
Se i sostenitori di Lega e 5 Stelle condividono la disillusione verso le istituzioni politiche italiane ed europee e si oppongono alle sanzioni contro Mosca – insistendo sull’impatto sull’economia italiana -, la loro attrazione verso la Russia segue binari diversi.

La retorica anti-immigrazione e anti-LGBT della Lega ben si armonizza con le correnti politiche più conservatrici in Russia. L’associazione Lombardia-Russia, creata dal portavoce di Salvini Gianluca Savoini nel 2014, si propone di “combattere la disinformazione sulla crisi in Ucraina” e ha ospitato ripetutamente l’ideologo dell’eurasianismo russo Aleksander Dugin.

Il presidente onorario di quest’associazione è Aleksey Komov, ambasciatore russo al Congresso mondiale delle Famiglie – un’organizzazione che difende la “famiglia naturale”, si oppone ai diritti LGBT e all’aborto. Il fatto che la Lega l’abbia invitato come speaker a un evento dell’associazione ProVita di Verona nel 2017 sottolinea la promozione dell’idea di Russia come modello di società basata sui “sani” valori tradizionali.

Quanto ai 5 Stelle, essi sono attratti principalmente sull’approccio sovranista di Mosca, preferito alla cooperazione multilaterale. Il convegno organizzato dai 5 Stelle alla Camera nel 2015 intitolato “Brics, parte formalmente la sfida al mondo dollarizzato” ha visto la partecipazione di due rappresentanti di punta del partito Russia Unita, il senatore Andrey Klimov e il deputato Sergey Zheleznyak. Nel suo intervento al congresso di Russia Unita, Manlio di Stefano (M5S) ha parlato dell’importanza della Russia come partner per affrontare le crisi di Iraq, Siria e Libia ribadendo l’opposizione dei 5Stelle alla “militarizzazione dell’Est Europa” e la condanna del “colpo di stato in Ucraina”.

Do ut des
Il flirt con la Russia presenta vantaggi reciproci: Mosca incoraggia la narrativa anti-sanzioni, offre spazio su siti come Sputnik e Russia Today per incrementare la pressione sul tema e convincere l’audience russa che il Paese non è isolato sul piano internazionale.

Dal canto loro, Lega e 5 Stelle cercano sostegno politico, esposizione internazionale e posizioni negoziali più forti nella cornice Ue su sanzioni, austerità e migrazioni. Presentando la Russia come partner internazionale indispensabile e criticando l’Ue per le politiche di austerity e la scarsa attenzione sulla crisi dei rifugiati, i 5 Stelle e la Lega inviano un messaggio chiaro a Bruxelles: se l’Ue non intende cedere alle loro richieste (principalmente riforma dei parametri fiscali e del regolamento di Dublino sui richiedenti asilo), l’Italia è pronta a cercare aiuto altrove.

In questo senso vanno letti i viaggi in Crimea di delegazioni della Lega, il riconoscimento della penisola come parte della Russia da parte del Consiglio regionale del Veneto e i rimandi delle piattaforme 5 Stelle (TseTse principalmente, ma anche siti come l’Antidiplomatico) alle notizie twittate da Sputnik e Russia Today.

La Russia e le elezioni italiane
La Russia ha da sempre coltivato relazioni con tutte le forze politiche italiane indipendentemente dal partito al potere, insieme a legami interpersonali tra i leader e stretti contatti commerciali in diversi settori industriali. Nonostante la piena adesione alle decisioni Ue e Nato, l’Italia ha generalmente mantenuto un atteggiamento amichevole e politicamente inclusivo nei confronti della Russi: durante il Consiglio europeo del dicembre 2015, per esempio, ha insistito perché il rinnovo delle sanzioni non fosse automatico.

Con l’intensificarsi della crisi dei rifugiati, l’Italia ha interesse a spingere sul rafforzamento della politica estera europea nel vicinato sud piuttosto che sul fianco orientale. E questo combacia con l’ambizione di Mosca di evitare il più possibile le infiltrazioni europee nello spazio post-sovietico.

Alla luce di ciò, paradossalmente, la Russia ha più interesse in un’Italia forte invece che divisa, in quanto si assicurerebbe un alleato più solido per la promozione dei suoi interessi in seno alla Nato e all’Ue.

Mosca ha per ora evitato di coltivare rapporti esclusivamente con Lega e 5 Stelle, né ci sono tracce di finanziamenti o connessioni illegali, proprio perché la situazione attuale non consente di prevedere un risultato definito delle elezioni; nell’ipotesi di grandi coalizioni, per giunta, non è chiaro il peso decisionale che tali partiti assumeranno.

Tuttavia la Russia resta un attore realista che modifica le strategie a seconda dell’obiettivo da raggiungere. Per questo motivo è opportuno continuare a monitorare questi legami, specie una volta che – dopo le elezioni – sarà definito il governo.