Campagna elettorale: programmi, minutaglie di politica estera
Con un rapido sguardo al sito del Ministero dell’Interno si colgono non solo la molteplicità dei partiti e coalizioni che corrono per le elezioni del 4 marzo, ma anche la varietà dei programmi che dovrebbero invitare gli elettori a preferire un partito o una coalizione. Senonché i programmi difficilmente sollecitano la curiosità popolare, tranne alcuni slogan (del genere ‘flat tax’), la cui concreta realizzazione è incerta. I programmi sono concentrati sulla politica interna e quella estera attrae men che mai l’attenzione degli elettori, a parte determinati periodi storici in cui si sono poste questioni essenziali per la vita dell’Italia, come ad esempio l’adesione o meno al Patto Atlantico.
Nei programmi stilati per le elezioni di marzo, le sole questioni oggetto di proposte più o meno elaborate sono l’Unione europea e l’immigrazione, che oggettivamente hanno uno scarso tasso di politica estera o che comunque sono integrate con la politica interna. Altri hanno trattato o tratteranno tali argomenti. Noi preferiamo concentrarci su taluni aspetti particolari, che interessano le istituzioni internazionali di cui l’Italia fa parte, inclusi il rispetto dei diritti dell’uomo e i relativi obblighi che l’Italia si è assunta con la ratifica di trattati a livello multilaterale.
Le Nazioni Unite
Non vengono reputate un tema molto attraente. Silenzio assoluto nel programma della coalizione Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, mentre il Pd si rammenta della presenza italiana nel Consiglio di Sicurezza nel 2017, ma solo come punto di partenza per un discorso sul Mediterraneo e i conflitti in Siria e Libia. Il M5S ribadisce l’obbligo di applicare la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Maggiormente articolato il cenno di +Europa, che auspica l’istituzione di un’Agenzia nazionale autonoma e indipendente per la tutela dei diritti umani in ottemperanza alle risoluzioni dell’Onu “ratificate” dall’Italia. Proposta da prendere in considerazione, a parte la svista sulle risoluzioni “ratificate” (si ratificano i trattati e non le risoluzioni degli enti internazionali!).
L’Osce e il Consiglio d’Europa
A parte un generico riferimento nel programma di Liberi e Uguali, l’Osce non è menzionata, nonostante che l’Italia ne abbia assunto la presidenza per l’anno in corso. L’Osce non ha più l’importanza che rivestiva durante la Guerra Fredda, ma resta la sola organizzazione paneuropea che, con il riapparire della competizione Est-Ovest sotto differenti modalità, potrebbe ancora avere un ruolo. Se ne sono dimenticati, quantunque Di Maio ne abbia chiesto una missione di monitoraggio per le prossime elezioni.
Ma la dimenticanza più grave è quella del Consiglio d’Europa. Tale organizzazione non solo amministra la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu), ma è essa stessa un guardiano dei diritti fondamentali. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (da non confondere con il Consiglio europeo!) ha sospeso dal diritto di voto i parlamentari russi per l’annessione della Crimea e l’elenco delle azioni possibili contro altri Stati membri responsabili di gravi violazioni dei diritti umani potrebbe continuare.
I diritti dell’uomo
Dei diritti dell’uomo, intesi in senso ampio, si interessano, seppur in diversa misura, i programmi di tutte le coalizioni. Il centro-destra auspica una riforma della giustizia, ma nello stesso tempo chiede una revisione della legge sulla tortura. L’Italia, per lungo tempo inadempiente, ha varato verso la fine della scorsa legislatura una legge in materia, per adeguarsi alla Convenzione internazionale contro la tortura di cui siamo parte. La legge è perfettibile, ma non nel senso della proposta del centro-destra, che intende venir incontro alle proteste delle forze dell’ordine, che hanno criticato la legge sul punto in cui considera la tortura commessa da un pubblico ufficiale come una circostanza aggravante, dimendicando che, secondo la Convenzione, la tortura è atto tipico commesso da un pubblico ufficiale.
Nel programma di + Europa la questione è affrontata sotto il profilo della prevenzione degli “abusi in divisa” e si propone un numero identificativo per le forze dell’ordine.
L’ancoraggio europeo e la tutela approntata dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo costituirebbero un fattore fondamentale per la garanzia dei diritti dell’uomo nell’ordinamento italiano. Tra le nuove proposte si segnala quella sul fine vita, ora che è stata approvata la legge sul testamento biologico. Il Pd, più che avanzare nuove proposte, rivendica i successi conseguiti in materia, con l’introduzione della legge sulle unioni civili, il divorzio breve e il biotestamento. Liberi e Uguali vorrebbe un salto di qualità con l’introduzione del matrimonio delle coppie Lgbt. Liberi e Uguali si segnala inoltre per l’attribuzione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri, inclusi quelli che sono arrivati nel nostro Paese da piccoli, purché abbiano compiuto un ciclo di studi (il cosiddetto ius culturae). Proposta che non è stata raccolta dalle altre forze politiche del centrosinistra, a causa delle pulsioni anti-immigrati ormai prevalenti nell’opinione pubblica.
Sanzioni
E’ notorio che gli ambienti industriali e buona parte di quelli politici (inclusi taluni esponenti governativi) non siano soddisfatti delle sanzioni o misure restrittive dell’Ue contro la Russia, che gli Stati membri sono obbligati ad eseguire. Nei programmi elettorali non se ne parla molto, tranne in quello del M5S, che dà una motivazione singolare dell’annessione russa della Crimea e dell’intervento russo in Ucraina. Si tratterebbe di contromisure prese dalla Federazione russa per fronteggiare l’espansionismo della Nato. Il movimento auspica quindi l’eliminazione delle sanzioni, che starebbero causando un grave danno alle nostre esportazioni.
Il disarmo e il controllo degli armamenti
Si tratta di questioni che ormai interessano pochi specialisti e su cui non si dilungano molto i programmi elettorali, che normalmente non vi fanno neppure cenno. Il M5S, dopo aver richiamato l’art. 11 della Costituzione e il ripudio della guerra, auspica che il Mediterraneo divenga una zona priva di armi nucleari e prende posizione contro il deposito di armi nucleari, batteriologiche e chimiche in Italia. Sennonché in Italia esistono armi nucleari tattiche Usa, ma non vi è alcun deposito di armi biologiche o chimiche, avendo il nostro Paese e i suoi alleati aderito alle Convenzioni per la loro messa al bando. L’Italia ha cooperato con gli alleati per la distruzione delle armi chimiche siriane, che hanno fatto sosta al porto di Gioia Tauro, prima di essere imbarcate su una nave americana che ha provveduto alla loro distruzione.
La ratifica del Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari è auspicata da Insieme, che fa parte della coalizione del Pd, e da Liberi ed Uguali.
Maggiormente articolato il discorso di + Europa, che inquadra la questione nell’ambito degli sviluppi dell’Ue, con la costituzione di forze armate dell’Unione prive di armi nucleari. Per questo viene auspicato il ritiro delle armi nucleari tattiche, peraltro da affrontare in sede Nato, e nel lungo periodo il disarmo generale e completo, come previsto dal Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari. Nel medio periodo, invece, le armi nucleari francesi dovrebbero estendere la deterrenza a tutto il territorio dell’Ue.
I temi sopra esposti non sono per niente minutaglie. Solo che sono trattati come tali nei programmi elettorali o non trattati affatto. Ne parlano i movimenti minori, tranne il M5S, mentre Pd e coalizione di centro-destra sono interessati ad altre tematiche, soprattutto di politica interna. Per individuare le posizioni sulle questioni sopra evidenziate, occorre un lavoro di ricerca attento, che può effettuare, con certosina pazienza, lo studioso o il politologo, ma non può essere umanamente chiesto all’elettore.