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Conferenza internazionale

Disarmo: armi nucleari, Vaticano condanna uso e pure possesso

16 Nov 2017 - Carlo Trezza - Carlo Trezza

Il forte impegno della Santa Sede sui temi del  disarmo nucleare è stato confermato dalla tenuta nei giorni scorsi della grande conferenza in Vaticano sul tema delle ‘Prospettive per un mondo privo di armi nucleari e per un disarmo integrale’. È indicativo il fatto che le massime autorità vaticane, Papa Francesco, il segretario di Stato Parolin e il segretario per i rapporti con gli Stati Gallagher, abbiano dato il loro alto patrocinio, intervenendo di persona per esprimere il loro pensiero sui temi trattati.

L’impronta decisiva di Papa Francesco
L’ impulso più decisivo è venuto dallo stesso Santo Padre, il quale nel suo intervento davanti ai circa 300 delegati riuniti nella Sala Clementina ha aggiunto nuovi importanti elementi riguardo alla questione delle armi nucleari.  Il Vaticano aveva già abbandonato da alcuni anni la linea di  tolleranza nei confronti della dottrina della deterrenza nucleare  seguita ai tempi della Guerra Fredda (condizionata peraltro a  progressi significativi nel campo del disarmo), passando da un sostegno incondizionato a una proibizione.

Con l’ intervento del Papa al convegno si è ora giunti a una condanna vera e propria, non soltanto dell’uso, ma anche  della minaccia dell’ uso, nonché dello stesso possesso delle armi nucleari. Queste le parole testuali del Santo Padre: “… anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso…”. Si tratta di un’evoluzione, assai significativa sul piano dottrinale, non sempre  compresa appieno dai mezzi di informazione, che va ben oltre l’approccio prevalentemente  umanitario del passato (proibizione dell’uso) per giungere a promuovere  la totale eliminazione dell’arma nucleare e quindi a incidere sull’equilibrio strategico internazionale (proibizione del possesso) passando a un sostegno incondizionato della proibizione nucleare.

Dubbi sulla validità della dissuasione nucleare
Tale approccio si giustifica sulla base dei crescenti dubbi, espressi da vari partecipanti al convegno, sulla perdurante validità della dottrina della deterrenza nucleare, sostenuta da gran parte degli Stati nucleari e dei loro alleati. Se è storicamente corretto sostenere che durante la Guerra Fredda si riuscì  ad evitare un confronto nucleare tra le massime potenze, non è detto che ciò sia necessariamente avvenuto grazie alla deterrenza nucleare.

Molti hanno affermato che le  crisi nucleari verificatesi e le rivelazioni  di incidenti ed errori che per miracolo non hanno scatenato un conflitto lasciano ritenere che lo scampato pericolo si debba alla fortuna o alla provvidenza divina piuttosto che al funzionamento della deterrenza. E il fatto che quest”ultima abbia funzionato in passato non è comunque garanzia che altrettanto avvenga in futuro poiché è aumentato il numero di Paesi possessori dell’arma nucleare, guidati a volte da dirigenti meno cauti ed esperti che non hanno esitato ultimamente a rompere il tabù della minaccia dell’uso della ‘bomba’.

L’impegno del Vaticano per il Trattato anti-armi nucleari
È quindi logico, sulla base di  tali premesse, che la Santa Sede si sia trovata in prima linea nel promuovere il Trattato concluso nel luglio scorso che prevede una proibizione totale delle armi nucleari. Il Papa ha definito ” storico” il voto alle Nazioni Unite che ha  condotto ” la maggior parte dei Paesi membri della Comunità internazionale a stabilire che le armi nucleari non sono solamente immorali, ma devono anche considerarsi uno strumento di guerra illegittimo”.

Il discorso del Papa è stato fortemente applaudito da una platea composta prevalentemente da esponenti della società civile e da esperti affiliati in maggioranza ad organismi che promuovono il disarmo e la non proliferazione. Esse sono state attentamente ascoltate anche dall’americana Rose Gottemoeller, una tra i maggiori esperti a livello mondiale nel campo nucleare, negoziatrice dell’ultimo Trattato strategico tra Stati Uniti e Russia ed attualmente vice-segretario generale della Nato.

Esperti e diplomatici, accresciuti rischi di conflitto in Europa
Nella sua attuale veste, la Gottemoeller ha posto in evidenza, con molto garbo, le importanti riduzioni nucleari che si sono già effettuate soprattutto in Europa e ha affermato che, senza la  protezione nucleare della Nato, vari Paesi europei avrebbero finito essi stessi per dotarsi dell’arma nucleare. Era all’ascolto anche Alexei Arbatov, direttore del Centro per la Sicurezza internazionale di Mosca, uno dei più lucidi analisti  a livello internazionale dell’attuale situazione strategica. Egli ha riconosciuto l’estrema  fragilità degli attuali equilibri strategici e il conseguente accresciuto rischio di un conflitto in Europa.

Erano presenti  ben 11 titolari del Premio Nobel per la Pace. Tra essi Beatrice Fihn la giovane direttrice della Ong  Ican che è stata insignita del premio Nobel quest’anno; Jody Williams , la ‘pasionaria’ che ha condotto la crociata contro le mine anti-persona e oggi è impegnata in una campagna contro le armi autonome; Mohamed El Baradei, ex direttore generale dell’Aiea. Alcuni dei laureati del Nobel hanno sottoscritto un messaggio di sostegno al Papa, sottolineando come il negoziato di un Trattato sul disarmo nucleare costituisca un obbligo giuridico ai sensi del Trattato di Non Proliferazione.

Le parole di condanna del Papa sono parole che pesano: esse vanno al di là della stigmatizzazione dell’arma nucleare sinora perseguita e non potranno non avere un forte impatto sui cattolici che ricoprono posizioni di responsabilità in questo settore. A seguito di esse, si allargherà il solco tra la dottrina del Vaticano e quelle della Nato, della Russia e dei rimanenti Stati nucleari. L’attenzione primaria è oggi rivolta ad assicurare l’entrata in vigore del nuovo Trattato di Proibizione delle armi nucleari che la Santa Sede è  stata la prima a ratificare. Occorrerà seguire ora  con attenzione le conseguenze in termini concreti delle parole di Papa Francesco: il Vaticano non può rimanere solo a condurre questa iniziativa; altre confessioni e comunità religiose vi si dovranno associare.