Cina: Xi consolida potere con corte di amici fidati (e anziani)
La conclusione del XIX Congresso del Partito comunista cinese ha definitivamente consacrato il potere del suo ‘leader maximo’, il presidente Xi Jinping, che ha ulteriormente rafforzato il suo già enorme ruolo e la centralità della sua figura non solo all’interno del Paese ma anche nello scenario internazionale.
Il dato principale emerso da questo Congresso è che Xi guiderà la Cina sicuramente ancora per diversi anni, anche al di là della scadenza del prossimo Congresso nel 2022. Xi ha ottenuto un secondo mandato come segretario generale del Pcc e, come hanno evidenziato diversi analisti politici, vi sono diversi elementi che lasciano pensare che rimarrà il timoniere del Paese del Dragone ancora per un bel po’, dieci, forse anche 15 anni ancora.
Il nuovo Comitato centrale: nessun giovane, solo persone di fiducia del capo
Nel Comitato centrale, il cosiddetto Politburo, sono entrati cinque nuovi membri, Li Zhanshu, 67 anni, il vicepremier Wang Yang, 62 anni, Wang Huning, 62 anni, il capo dell’organizzazione Zhao Leji, 60 anni, e il capo del partito di Shanghai Han Zheng, 63 anni. Il fatto che siano tutti over 60 rende assai poco probabile che qualcuno di questi possa essere destinato a prendere il posto di Xi Jinping, ad essere cioè il suo successore. Nel Politburo è rimasto, dei vecchi membri, solo il premier Li Keqiang, che pure ha già 62 anni.
Tutto ciò lascia appunto presagire che Xi, che ha 64 anni, non abbia alcuna intenzione di mollare le redini a breve termine e che anzi si stia muovendo. – molto bene – per rafforzare sempre di più il suo potere e per rimanere ancora a lungo al suo posto. E lo sta facendo attorniandosi di persone di sua fiducia che contribuiranno a creare una Cina sempre più “Xi Jinping centrica”.
Il pensiero del presidente in Costituzione, come Mao, prima di Deng
Il presidente cinese ha un peso, una autorevolezza e un potere decisionale che possono essere paragonati forse solo a quelli avuti a suo tempo da Mao Zedong. Non a caso questo Congresso è stato estremamente importante anche perché ha decretato l’inclusione del “pensiero di Xi Jinping” nella costituzione del partito. L’ideologia del presidente si fonda su 14 principi, tra cui “la coesistenza tra uomo e natura” (la Cina sta continuando a investire fortemente nel settore delle energie rinnovabili e ad esprimere nei confronti del Mondo intero il suo impegno verso le tematiche ambientali). Non manca il concetto del “un Paese due sistemi”, con riferimento ai rapporti della Cina continentale con la regione speciale di Hong Kong (con la quale sussistono problematiche varie tuttora parzialmente irrisolte).
L’inserimento del pensiero del presidente nella costituzione è un passo estremamente importante . Si tratta di un privilegio che in passato era stato tributato in vita solo, appunto, a Mao Zedong. In realtà anche “la teoria di Deng Xiaoping”, il leader che è stato alla guida della Cina tra il 1978 e il 1992, fa parte della costituzione, ma la profonda differenza sta nel fatto che venne aggiunta solo dopo la morte di Deng, nel 1997.
Nel discorso con il quale ha inaugurato il suo secondo mandato, Xi Jinping ha parlato dell’inizio di una “nuova era per la Cina”. Il Paese del Dragone è già senza dubbio una delle maggiori potenze mondiali, ma appare evidente l’intenzione del suo leader di puntare sempre più in alto. Eliminazione della povertà, sviluppo, ruolo di Pechino sempre maggiore in ambito internazionale: sono questi solo alcuni dei punti chiave del programma del presidente cinese per i prossimi anni. Il segretario del partito ha poi ricordato che negli ultimi cinque anni il Pil è salito da 54.000 miliardi di yuan a 80.000, pari a 12.100 miliardi di dollari circa.