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Appuntamento a Lione

Bilaterale Francia-Italia: Stx/Fincantieri, torna il sereno

26 Set 2017 - Jean-Pierre Darnis - Jean-Pierre Darnis

Il vertice bilaterale franco-italiano di Lione conosce quest’anno l’onore della cronaca. Segna la fine di uno momento negativo, innescatosi quest’estate fra dossier libico e acquisto dei cantieri Stx da parte di Fincantieri. Il ritorno ai termini originali dell’accordo sulla cantieristica civile è una buona notizia. Con il 51% in mano agli italiani, Palazzo Chigi trova soddisfazione per il ruolo industriale tricolore e il riconoscimento dell’importanza di un partner europeo che faceva difficoltà ad apparire inferiore ai precedenti proprietari sudcoreani.

Poi ci saranno garanzie volte ad assicurare la tutela della continuità occupazionale e del know-how francese, e a dare al governo di Parigi la possibilità di usare i cantieri per la costruzione di navi militari di grandi dimensioni ma anche di controllare i trasferimenti di tecnologia: si tratta di una serie di tutele normali per i settori strategici. L’accordo sulla cantieristica civile (navi da crociera) non viene tradotto in modo automatico in un maxi-accordo sulle costruzioni navali militari e civili, che rappresenta tuttavia una prospettiva interessante per il futuro, ma che deve mettere insieme una serie di componenti aziendali complesse come Naval Group, Fincantieri, Thales e Leonardo.

Saint Nazaire
I cantieri navali di Saint Nazaire (© Boyer David/TNS via ZUMA Wire)

Cantieri navali e riforma del lavoro
A un certo punto sembrava che per uscire dal blocco sull’accordo Stx-Fincantieri si sarebbe cercata una soluzione complessiva per un “Airbus del mare”, ma di fronte ai numerosi scogli si è tornati alla versione originale dell’intesa, quella che riguarda la produzione di navi da crociera e che obbedisce a una forte logica di business e di potenziali sinergie tecnologiche. Si tratta di una sana decisione pragmatica.

Dopo la campagna elettorale nella quale il candidato Emmanuel Macron visitava i cantieri di Saint Nazaire per dichiarare il suo impegno a difesa dello strumento industriale e la sua volontà di rivedere l’accordo con Fincantieri, l’elezione del presidente aveva aperto un ciclo politico nel quale la riforma del mercato del lavoro appariva come prioritaria. Per questo motivo, l’Eliseo sembrava molto attento a tenere buone le parti sociali, mentre il dossier Stx poteva apparire come una compensazione simbolica nell’ambito del negoziato estivo con i sindacati.

L’adozione a metà settembre dei decreti di riforma del mercato del lavoro senza troppi intoppi ha permesso di voltare la pagina di questa prima sequenza politica. Il che corrisponde anche all’evoluzione della posizione francese su Stx, tornata ad essere conciliante con le ragioni italiane.

Fra Roma e Parigi partnership in attesa di Berlino
Anche a livello europeo il panorama è in evoluzione. Le elezioni in Germania hanno certo confermato la leadership di Angela Merkel, ma lasciano incertezze sulla coalizione al governo e sui futuri cambiamenti nell’Ue. La presidenza Macron aveva immaginato una seconda fase politica, dopo la riforma del mercato del lavoro, incentrata sulle riforme europee, in particolare quelle economiche. L’ incertezza tedesca spinge adesso Parigi a ricercare altri partner di peso nel contesto europeo e quindi a coltivare il rapporto con Roma, anche se l’aperto esito delle elezioni politiche dell’anno prossimo in Italia fa altrettanto preoccupare l’Eliseo.

Il contesto si è quindi fatto più fluido e questo rappresenta un’opportunità anche per l’Italia che, dopo un momento di maretta, può cambiare passo alla ricerca di una dialettica politica positiva con la Francia. Il vertice bilaterale di Lione rappresenta un’opportunità in questo senso. Spesso, del resto, i vertici Francia-Italia sono stati utili per gettare acqua sul fuoco quando una serie di questioni politiche ed economiche rilanciavano a Roma le storiche percezioni di aggressione da parte di Parigi. Fu ad esempio questo il caso nel 2011, quando l’intervento in Libia e i dossier industriali avevano causato tensioni nei rapporti.

L’importanza del dialogo a due
Questi appuntamenti diplomatici hanno anche un effetto endogeno: creano una pressione nel calendario dei vari ministri e dei loro sherpa per concretizzare la cooperazione, il che spinge a cercare soluzioni. Dimostrano anche l’importanza di coltivare relazioni bilaterali nel contesto europeo e internazionale: anche se la maggior parte delle azioni politiche internazionali si svolgono in fori multilaterali, le decisioni poggiano su intese fra gruppi di Paesi che vanno coltivate in nuclei più piccoli. Esistono tuttora numerosi dossier complicati fra Francia e Italia.

Il dossier Vivendi-Telecom-Mediaset è piuttosto delicato, ma fornisce anche un’opportunità per cercare una soluzione di sistema che possa coinvolgere l’insieme degli attori privati e pubblici. Di fatto, la trattativa bilaterale dimostra anche la necessità di accompagnare politicamente l’integrazione economica. Sul versante diplomatico e militare, la Libia e il Sahel rappresentano terreni estremamente sensibili a Roma e a Parigi e su cui ci sono ampi margini per ulteriore dialogo e cooperazione. Infine, va richiamata l’evoluzione del contesto europeo e il comune interesse per un rafforzamento della zona euro.

Nell’attuale contesto di potenziale ripresa economica, sembra prioritario poter compiere passi ulteriori di integrazione che possano rinforzare il quadro economico nel suo insieme. Ma per questo tipo di riforme ci vuole una solida convergenza fra i Paesi membri: una spinta che va coltivata anche bilateralmente. Si potrebbe inoltre pensare ad ulteriori meccanismi di cooperazione al di là dei vertici annuali. La Francia e la Germania hanno firmato nel 1963 un utilissimo Trattato di amicizia che prevede meccanismi di cooperazione bilaterale anche a livello amministrativo. Un allargamento di questo trattato all’Italia sarebbe un’operazione positiva per tutti.