Balcani nell’Ue: si riparte dallo spirito di Trieste
Il Vertice di Trieste ha fornito l’occasione per rilanciare la prospettiva europea dei Balcani occidentali e per incoraggiarli sulla via di indispensabili riforme.
Trieste ha prodotto risultati concreti rilevanti. Come indicato nella Dichiarazione della presidenza italiana, le cifre dell’annunciato impegno finanziario europeo sono di assoluto valore (194 milioni di euro per 7 nuovi progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti e dell’energia; 37 milioni di euro per attività di assistenza tecnica; 48 milioni per lo sviluppo imprenditoriale). Il Trattato per la costituzione di una Comunità dei Trasporti segna un cambio di paradigma nella cooperazione tra l’Unione europea (Ue) e i Balcani occidentali.
Le misure che saranno previste dall’Action Plan per la creazione di un’area economica più integrata permetteranno a un mercato di 20 milioni di persone di esprimere le sue potenzialità. Sul piano della crescita economica, i Balcani occidentali potranno contare su strumenti rafforzati di incoraggiamento alle piccole medie imprese e sul volano rappresentato, in prospettiva, dal settore dell’information technology, mentre diventa una dimensione acquisita dei Vertici, grazie all’impulso italiano, la prevenzione e la lotta alla corruzione.
Dal buon vicinato all’adesione
Ancora più delle cifre conta tuttavia l’emergere di una volontà di dialogo e di cooperazione tra i Balcani e tra questi e l’Ue. Credo si possa parlare di un vero e proprio “spirito di Trieste”, inteso come impulso a guardare avanti, con lucidità e razionalità, in un’atmosfera costruttiva e di maggiore comprensione reciproca. Di qui l’esigenza per i Balcani occidentali di compiere progressi nelle relazioni di buon vicinato e nella cooperazione regionale. La recente firma dell’Accordo di amicizia tra la Bulgaria e l’ex repubblica jugoslava di Macedonia e le aperture al dialogo che provengono dal presidente serbo Aleksandar Vučić sono dei primi importanti segnali in questa direzione.
I Balcani occidentali si attendono adesso di cogliere i frutti di Trieste anche nel processo di avvicinamento all’Ue. L’apertura dei negoziati di adesione con Tirana e Skopje e di nuovi capitoli con Podgorica e Belgrado sono obiettivi rilevanti. Ci attendiamo anche che Sarajevo compia i passi necessari per ottenere lo status di candidato e che Pristina possa seguire. È necessario che si concretizzino gli attesi progressi nel rafforzamento della rule of law, dei diritti fondamentali, delle istituzioni democratiche, oltre che dello sviluppo economico e della competitività.
L’Italia continuerà ad incoraggiare i Balcani a proseguire su questa strada, come ha sempre fatto, con coerenza e determinazione. Con il Vertice abbiamo svolto un ruolo importante. La capacità di assicurare risultati rilevanti e la disponibilità al dialogo hanno consolidato credibilità e credito politico. Vogliamo utilizzarli al servizio di interessi condivisi, in cooperazione con i nostri partner.
Il passaggio del testimone dei Vertici
Trieste ha confermato anche l’utilità dei Vertici. Per questo, il cosiddetto Processo di Berlino si protrarrà oltre l’ambito temporale inizialmente previsto. Lo vogliono i Balcani occidentali, che vedono in esso una garanzia di attenzione politica al massimo livello e di ritorni tangibili. Lo vogliono i Paesi europei, che hanno un chiaro interesse a orientare gli sviluppi di un’area di rilevanza strategica, alle porte di casa. Il Regno Unito ha tutti i requisiti per svolgere un’ottima presidenza nel 2018, dal momento che, oltre ad essere un attore importante sul piano globale, ha un’eccellente conoscenza della regione. Chi riceverà il testimone nel 2019 è aspetto ancora da definire, in mancanza di meccanismi che regolino il succedersi delle presidenze. I tempi per un passaggio dei Vertici nella regione balcanica sono comunque maturi, magari nella forma iniziale di una co-presidenza. Di certo, cresce costantemente la capacità e la voglia di ownership da parte della regione, come dimostrato dal processo preparatorio del Vertice di Trieste e come sicuramente emergerà ulteriormente nei prossimi mesi.
È convinzione comune che questi appuntamenti al massimo livello debbano mantenere la loro vocazione naturale: un’agenda incentrata su connettività e sviluppo economico; un approccio orientato a concretezza ed efficacia. Il cuore del processo resta comunque eminentemente politico. È dalla volontà di impegnarsi con determinazione nel percorso di integrazione dei Balcani occidentali nell’Unione europea che passa l’opportunità di costruire nei fatti un destino comune. Del resto, come sintetizzato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano in un articolo pubblicato alla vigilia dell’appuntamento di Trieste “in un’epoca di sfide globali, che richiedono l’impegno di tutti, la riunificazione del continente è un investimento strategico nella pace, nella sicurezza, nella democrazia”.