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La pratica del Bacha-Bazi

Afghanistan: quei bambini abusati e i silenzi di Washington

30 Ago 2017 - Cristin Cappelletti - Cristin Cappelletti

La scorsa settimana, l’annuncio di Donald Trump riguardo l’invio di 4000 nuove truppe in aggiunta alle quasi 8500 già presenti in Afghanistan ha colto tutti di sorpresa. Solo due anni fa, l’allora candidato presidente aveva fortemente condannato la politica di Obama, chiedendo un ritiro immediato dei soldati a stelle e strisce dal territorio afgano. Ciò nonostante, la strategia di Trump sembra aver messo tutti d’accordo. La Nato e vari alleati europei hanno applaudito la decisione del presidente americano di rinnovare l’impegno degli Stati Uniti contro i talebani.

Divisioni etniche e tribali
Il segretario di Stato americano Rex Tillerson, subito dopo la conferenza di Trump, ha ribadito che gli Stati Uniti avranno la meglio ed i talebani verranno sconfitti sul campo di battaglia. Ma la verità è che gli Stati Uniti non potranno vincere questa guerra, perché stanno combattendo il nemico sbagliato con le armi sbagliate.

Durante i 16 anni del logorante e costoso impegno americano nella lotta contro il brutale regime dei talebani – nonostante la loro formale cacciata dal potere nel 2001 -, nessun reale cambiamento è stato portato all’interno della struttura socio-economica del Paese.

Le divisioni etniche e tribali continuano a costituire un grave problema per la sicurezza, con le identità locali che hanno acquisito maggior forza e peso a discapito di una comune identità afghana. Inoltre, alcune pratiche, specchio delle contraddizioni di un Paese diviso tra vecchie tradizioni e la necessità di rimodernare un sistema corrotto sono riemerse con forza. Una di queste è la pratica del Bacha – Bazi: forse il simbolo più emblematico di come l’uso della forza militare non sia sufficiente, ma anzi si riveli quasi sterile, nel contrastare disuguaglianze sociali e gravi problemi di diritti umani.

Violenze su minori e impunità
Il Bacha – Bazi, letteralmente “bambino per gioco”, è una delle pratiche più abominevoli e socialmente accettate dell’Afghanistan. Bambini maschi costretti a vestirsi e truccarsi come donne per ballare di fronte ai loro compratori. Minori, che oltre all’intrattenimento, sono vittime di indicibili abusi sessuali. La pratica, che era stata vietata durante gli anni del governo dei talebani, è tornata a diffondersi come un cancro nella società afgana.

Secondo un rapporto dell’Afghanistan Independent Human Rights Commission la maggior parte delle vittime sono ragazzini tra i 13 ed i 18 anni provenienti dalle fasce meno abbienti della società. Infatti, l’enorme tasso di povertà causato dai numerosi conflitti ha impedito a molti bambini e ragazzi di poter andare a scuola, dovendo invece provvedere al mantenimento delle famiglie. I bambini analfabeti e privi di un’educazione formale risultano i più vulnerabili e i più colpiti: venduti dalle famiglie, rapiti, o raccattati da quartieri poveri offrendo l’illusione di una vita migliore.

Da quest’anno, il codice penale afghano riconosce la pratica del Bacha – Bazi come illegale e la punisce da un minimo di sette anni fino alla pena capitale. Ciò nonostante, la dilagante corruzione governativa e l’alta diffusione dei violenti abusi tra le fasce più abbienti e soldati afghani hanno reso l’arresto dei colpevoli quasi impossibile.

Connivenza americana
Ad aggravare la presente situazione è la posizione di Washington in merito. Secondo diverse inchieste portate avanti dal New York Times e da Agence France Press, i soldati afghani, alleati degli Stati Uniti, risultano essere tra i maggiori protagonisti di questi abusi. Molte sono state le testimonianze di soldati americani che riportavano di aver visto le loro controparti afghani portare bambini nella base militari, come camerieri e servitù, per poi sentire violentarli nelle loro camerate. Secondo quanto riportato dal New York Times, ad alcuni soldati americani e Marines è stato specificamente ordinato di non intervenire, nemmeno quando le truppe afghane avrebbero violentato alcuni ragazzi all’interno delle stesse basi americane.

Venduti come schiavi del sesso, a causa delle estreme condizioni di povertà e la mancanza di un’adeguata educazione, questi ragazzi sono costretti a vivere con i loro aguzzini fino ai 18 anni. Anche tra i membri della polizia locale afghana – una forza creata in diversi villaggi su volere dell’International Security Assistance Force finanziata dagli Stati Uniti per combattere le insorgenze locali – sono stati riportati molti casi di tale pratica. Ma data l’importanza strategica di tali gruppi e la mancanza di autorità giudiziarie a livello locale, assieme all’alto livello di corruzione nessuna misura penale è mai stata presa a riguardo, ed i perpetratori continuano ad agire liberamente, incoraggiati dall’accettazione sociale di tali azioni e la mancanza di pene severe.

Se gli Stati Uniti vogliono veramente combattere l’estremismo talebano devono iniziare a lasciare da parte la loro politica di omertà e indifferenza, in linea con quanto stabilito dalla legge Leahy, il provvedimento che proibisce al Dipartimento di Stato e al Dipartimento della difesa americani di fornire assistenza militare a truppe straniere che violino i diritti umani.

I bambini, ovunque si trovino, sono la fascia più indifesa della società. Washington sta giocando con il futuro dell’Afghanistan, negando un’infanzia ed un’educazione alle giovani generazioni afgane. La sicurezza è sicuramente una preoccupazione legittima, ma gli Stati Uniti non possono sorvolare sulla sofferenza dei più deboli: l’America non può vincere questa guerra, ma i giovani afghani possono.