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Presidenza di turno

Estonia: la tigre digitale alla guida dell’Ue

10 Lug 2017 - Gabriele Rosana - Gabriele Rosana

‘Qui da noi puoi fare tutto online, tranne sposarti, divorziare e vendere casa’. Quella dell’Estonia, che dal 1° luglio ha assunto la guida semestrale del Consiglio dell’Unione europea (Ue), sarà una e-Presidency – assicurano da Tallinn – che cavalcherà l’onda dell’innovazione digitale, marchio di fabbrica del più nordico dei Paesi Baltici, che ha avuto nella cancelliera tedesca Angela Merkel una testimonial d’eccezione delle procedure per l’ottenimento della residenza digitale.

Venticinque anni fa, a queste latitudini finiva l’era sovietica: allora, l’Estonia volle con forza agganciarsi alla locomotiva europea, facendo da capofila della regione baltica in occasione dell’allargamento del 2004. Adesso, per la prima volta in 13 anni da membro dell’Ue – e alla vigilia del centenario dell’indipendenza, che cade nel 2018 -, l’Estonia subentra a Malta al timone della presidenza di turno del Consiglio, in un passaggio di consegne che – a dispetto delle apparenze – ha infuocato il clima fra Commissione e Parlamento europeo, a causa delle numerose assenze fra gli eurodeputati nell’aula di Strasburgo.

Tallinn detterà le priorità in agenda da qui fino al 31 dicembre prossimo. Un appuntamento con la storia accelerato, perché l’Estonia prende formalmente il posto del Regno Unito, avendo Theresa May chiamato fuori Londra dal semestre per galateo istituzionale e per focalizzare tutte le energie sui negoziati per la Brexit.

Con il semestre estone si avvia anche l’ultimo ‘terzetto’ di presidenze di turno, che condurrà l’Unione alle elezioni europee del 2019, naturale scadenza del (primo?) mandato della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. Insieme all’Estonia, anche Bulgaria e Austria: un trio che, com’è prassi, presenta un programma di governo condiviso, ma che è sensibilmente diversificato nel retroterra e nelle priorità semestrali. Meritano credito i commenti accigliati di chi si dimostra scettico rispetto alla pratica delle trojke di presidenza?

Rivoluzione online
Racconta Politico Europe che persino l’austero Martin Selmayr, il potente tedesco che guida il gabinetto di Juncker (e che come suo braccio destro ha un estone), era incredulo di fronte all’efficienza baltica nella preparazione del semestre (i funzionari estoni avevano già brevemente supplito i colleghi maltesi a inizio giugno, in concomitanza con le elezioni anticipate nell’isola).

‘Per l’Estonia è tempo di restituire quanto ricevuto dall’Ue’, ha risposto da Tallinn la presidente della Repubblica Kersti Kaljulaid, all’inizio di un mandato che deve contribuire a centrare – lato Consiglio – alcuni punti chiave dell’agenda Juncker prima del 2019 ed essenzialmente quelli relativi alla creazione di un mercato unico digitale (inteso anche come volano per la produzione di posti di lavoro), mentre si risente del clima favorevole nell’europeizzazione dei servizi, a meno di un mese dall’ abolizione del roaming telefonico.
La virtuosa narrativa estone incontra tuttavia degli scogli insormontabili quanto a coesione dei mercati online nell’Unione e al divario digitale che permane nel Vecchio Continente.

In Europa, l’Estonia – vivaio di startupper che ha dato i natali ai creatori di Skype – ha le carte in regola per fare da hub digitale e portabandiera di un’innovazione che investa tutti i settori Ue, reinventandosi Silicon Valley del Vecchio continente. La carta d’identità elettronica è una realtà obbligatoria per tutti (ed è indispensabile per accedere ai servizi di online banking), quasi la totalità dei cittadini compila la dichiarazione dei redditi su Internet, e gli elettori possono partecipare alle consultazioni con un clic, ovunque si trovino nel mondo (una buona pratica, questa, che Tallinn vuole esportare anche al resto dell’Ue: alle scorse legislative gli estoni hanno imbucato la loro scheda virtuale nell’urna da 116 Paesi diversi). Nell’Eden digitale, un’impresa si può registrare in pochi minuti e la burocrazia si elimina a colpi di clic.

Secondo dati dell’esecutivo, l’ e-government si traduce in un risparmio di circa il 2% del Pil ogni anno, contribuendo a ridurre di un terzo i tempi d’attesa in ospedale e a dimezzare i costi per le elezioni.

I migranti visti da Tallinn
Dal 2015, il business delle e-residence si è rivelato fonte di profitti per il governo di Tallinn: i registrati sono più di 18mila. Beninteso, si tratta di una residenza virtuale, che non si materializza. Benché cosmopolita e più aperta a una gestione condivisa dei flussi migratori dei Paesi dell’Europa centro-orientale, infatti, l’Estonia è comunque lontana dal dramma dei naufragi nel Mediterraneo o dei campi asserragliati alle porte della Turchia. Perché una priorità sia effettivamente tale, a qualcosa bisognerà pur rinunciare.

Il dossier migranti rimane comunque – e inevitabilmente – sul tavolo, ma con scarsi successi per la solidarietà Ue e un’Italia isolata fra i 28. Lo ha dimostrato la riunione informale (dei ministri dell’Interno e della Giustizia) svoltasi a Tallinn, in cui Francia e Spagna hanno ribadito la resistenza ad aprire i porti ai migranti salvati nel Mediterraneo centrale e la Germania ha messo a sistema il no, escludendo una regionalizzazione dei soccorsi. In questo quadro, l’Estonia cerca di fare da paciere, proponendo un maggiore sostegno economico per quei Paesi che accolgono i richiedenti asilo, e prova a dare l’esempio, destinando un milione di euro di fondi governativi al Trust Fund dell’Ue per l’Africa, un ‘segnale di solidarietà’ con l’Italia nel fronteggiare i flussi provenienti dalla Libia.

Russia, difesa e energia
Ma la questione sicurezza dei confini esterni dell’Ue interpretata da Tallinn guarda ineluttabilmente a Est, in direzione dell’ingombrante vicino – la Russia – che si vede a occhio nudo dal ponte di Narva. Per una presidenza che vuole investire su un’Europa digitale e virtualmente interconnessa, la questione sicurezza si declina anche comecybersecurity ; gli sgambetti di Mosca, in questo senso, possono dare più che qualche preoccupazione (senza pensare poi all’impatto su urne digitalizzate).

La sensibilità estone deriva però anzitutto dalla geopolitica della regione baltica, costantemente scettica rispetto alle mosse russe sullo scacchiere europeo. In Estonia, pochi giorni fa, sono terminate esercitazioni militari congiunte con la Nato, e fra gli obiettivi del mandato semestrale c’è anche il mantenimento di un solido partenariato con l’Alleanza Atlantica (il Nato Cyber Defense Centre si trova proprio a Tallinn). Alla luce di ciò, la creazione di una difesa europea mantiene il posto di rilievo che aveva già con il semestre maltese, durante il quale è avvenuto il lancio del Fondo europeo della difesa).

In termini di vicinato, se Malta aveva posto l’accento su quello meridionale (questione libica su tutte), l’Estonia proverà a ricalibrare l’attenzione sul fianco orientale, dove si intrecciano anche complesse questioni energetiche. Tallinn condivide con gli altri Stati membri della regione lo scetticismo rispetto al progetto Nord Stream 2, il gasdotto che bypassa l’Ucraina e attraversa il Baltico, e potrebbe spronare dal Consiglio un’ampia ridiscussione dell’approvvigionamento di gas russo.

Sulla Brexit, mentre i negoziati vedono le prime luci dell’alba, tutto fa pensare che si andrà business as usual , alla ricerca di un consenso a 27 che faccia parlare all’Ue un’unica lingua. Bisognerà vedere con quale crittografia.