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Fincantieri-STX Saint Nazaire

Un’industria navale europea più forte nel mondo

27 Gen 2017 - Jean-Pierre Darnis, Michele Nones - Jean-Pierre Darnis, Michele Nones

Il processo di concentrazione dell’industria europea dell’aerospazio, sicurezza e difesa, partito venti anni fa, non ha fino ad ora coinvolto il segmento navale.

La frammentazione della base tecnologica e industriale europea è stata ripetutamente indicata come un elemento di debolezza, sia perché spingeva inevitabilmente verso politiche di sostegno nazionale più o meno mascherate e verso una competizione durissima sul mercato internazionale, sia perché la domanda militare europea era insufficiente per sostenere tutti i cantieri.

È emblematico che gli unici due programmi intergovernativi navali significativi siano stati fatti fra Italia e Francia per le unità anti-missili Orizzonte e per le fregate multiruolo Fremm, ma che poi proprio queste ultime siano state al centro di un’accesa concorrenza italo-francese.

Le due versioni sono notevolmente diverse, con costi conseguentemente differenti. La vicenda conferma che nell’avviare una cooperazione intergovernativa bisogna definire fin dall’inizio una comune politica di esportazione, nella consapevolezza che per mantenere le capacità tecnologiche e industriali è indispensabile accedere al mercato internazionale.

Verso un nuovo gruppo europeo
In questo quadro va vista la proposta di Fincantieri di acquisire la maggioranza di STX France che opera nei Cantieri di Saint-Nazaire. Quest’asset era controllato da un gruppo coreano concorrente di Fincantieri. Potrebbe quindi tornare all’interno di un gruppo europeo.

Il cantiere francese opera su mercati civili e militari. È l’unico in grado di costruire portaerei e ha realizzato diverse unità portaelicotteri d’assalto della classe Mistral, di cui due vendute inizialmente alla Russia, ma poi in seguito all’embargo cedute all’Egitto. Questa valenza militare accentua da una parte il merito strategico dell’operazione di Fincantieri, ma dall’altra ne evidenzia inevitabilmente la sensibilità politica.

Non a caso la Francia utilizza, per tutelare i suoi interessi nazionali, non solo il controllo degli investimenti esteri nei settori strategici, ma anche il mantenimento di una quota pubblica significativa (abitualmente un terzo) del capitale.

L’Italia è, da questo punto di vista, il Paese europeo più simile alla Francia nell’utilizzare ambedue gli strumenti, anche se la presenza dello Stato italiano è stata in questi ultimi decenni più che altro di garanzia.

Non deve quindi meravigliare che il governo francese stia guardando con attenzione alla proposta di Fincantieri sia come azionista sia come garante dei legittimi interessi nazionali francesi. Su questa strada non dovrebbe essere difficile definire gli impegni che il gruppo italiano potrà assumere nei confronti delle Autorità francesi, analogamente a quanto avviene in casi analoghi anche in Italia.

Mercato militare e mercato civile
Ma il cantiere francese è molto attivo anche sul mercato civile e, in particolare, crocieristico. Ed è soprattutto a questa attività che punta Fincantieri. Il gruppo italiano è già il leader mondiale del settore, ma vuole rafforzarsi ulteriormente.

I cantieri francesi rappresentano un’occasione unica per farlo e diventare allo stesso tempo un’impresa transnazionale, mettendo a fattore comune competenze e capacità industriali con un modello di business fortemente proiettato verso una stretta collaborazione con i principali operatori nel settore delle crociere.

Su questa strada Fincantieri si sta muovendo da tempo, prima con l’acquisizione nel 2009 dei cantieri Marietta negli Stati Uniti (unità militari) e poi, nel 2012, con quella dei cantieri Vardin Norvegia (piattaforme off-shore), per altro usciti da una negativa esperienza nel gruppo STX.

L’esperienza americana rappresenta per Fincantieri un valido biglietto da visita per avere superato l’attenta valutazione delle autorità statunitensi e acquisito, fornendo le necessarie garanzie, la capacità strategica per diventare un importante fornitore del Dipartimento della Difesa.

Analogie socio-politiche tra Italia e Francia
La gestione degli aspetti socio-politici rappresenta un’altra analogia fra Italia e Francia. Il porto di Saint Nazaire rappresenta un bastione operaio ed è quindi oggetto di attenzione da parte dei vari candidati alle presidenziali francesi. Questo legame del territorio con l’azienda è ben percepibile nella rivendicazione di tornare al vecchio nome dell’azienda, ‘Les Chantiers de l’Atlantique’.

Anche da questo punto di vista Fincantieri può rassicurare le Autorità e la stessa opinione pubblica francese, dimostrando come, ovunque operi, ha sempre perseguito una politica di mantenimento dell’occupazione.

Tra l’altro per l’azienda italiana la presenza di sindacati forti nonché il necessario accompagnamento politico dell’operazione rappresentano un contesto normale, assolutamente paragonabile con quanto avviene in Italia. Da questo punto di vista il recente incontro fra sindacati francesi e italiani della cantieristica illustra le problematiche sociali legati a quest’accordo.

Il clima elettorale fa però pesare un rischio di strumentalizzazione e potrebbe ricordare la mancata Opa di Enel e Veolia su Suez nel 2006. Il fatto che François Hollande non si ripresenti alla corsa per le presidenziali dovrebbe favorire una certa stabilità dell’azione nelle prossime settimane.

Va rilevato un chiaro impegno a favore di una soluzione europea da parte di Christophe Sirugue, sottosegretario all’Industria, che segue il dossier incontrando le varie parti, dai sindacati ai rappresentanti di Fincantieri.

Un segnale d’integrazione europea
Un altro punto che viene spesso presentato come problematico da parte dei sindacati francesi è il rischio che l’accordo di Fincantieri con China State Shipbuilding possa pesare in termini di trasferimenti di tecnologia verso Oriente.

Anche da questo punto di vista, non soltanto si possono utilizzare all’interno di un accordo meccanismi di controllo delle tecnologie ritenute strategiche, ma Fincantieri può anche fare valere la sua esperienza di produzione di tecnologia in Europa e di espansione commerciale su mercati nuovi come quello cinese. Si tratta di una logica ben presente nell’insieme dei gruppi ad elevata tecnologia, come ad esempio Airbus.

Per concludere, questa operazione potrebbe portare ad un rafforzamento delle capacità navali europee e rappresentare l’avvio di un processo di ulteriore futuro consolidamento, dando un forte segnale di come l’Europa abbia ripreso a muoversi verso una maggiore integrazione.

Infine la riuscita di questa operazione potrebbe essere uno sprone significativo per le relazioni bilaterali fra Italia e Francia. Bisogna, infatti, risalire all’ATR per trovare un esempio di programma tecnologico bilaterale di successo.

Negli ultimi tempi, gli investimenti francesi in Italia sono stati spesso percepiti come aggressivi. L’operazione Fincantieri STX rappresenta anche l’opportunità di dare una lettura diversa, un fattore da non sottovalutare per rinforzare la cooperazione europea.