IAI
Šef?ovi? allo IAI

Quale ruolo per l’Italia nella nuova Unione Energetica?

13 Dic 2015 - Lorenzo Colantoni, Nicolò Sartori - Lorenzo Colantoni, Nicolò Sartori

La scorsa settimana il Vice Presidente della Commissione europea per l’Unione energetica Maroš Šef?ovi? ha effettuato la tappa italiana del suo Energy Union Tour, lanciato per promuovere e spiegare gli obiettivi dell’ambiziosa politica energetica avviata da Bruxelles lo scorso 25 febbraio.

Con questa iniziativa l’Ue “sta cambiando il modo in cui guarda alla questione” dell’energia, egli ha affermato durante una conferenza organizzata dallo IAI – in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea – per discutere le priorità italiane nell’ambito dell’Unione Energetica, e dove è stato presentato il secondo numero dell’Energy Union Watch, la pubblicazione IAI che monitora l’evoluzione dell’iniziativa.

Un’Europa più energica
Riferendosi al lavoro delle differenti Direzioni Generali e dei Commissari, il Vice Presidente ha commentato: “Vogliamo mettere tutto sotto un unico tetto […] Se riusciremo a farlo per bene, potremmo ottenere quella che chiamo una tripla vittoria: per i nostri cittadini, per l’economia e per l’ambiente”.

Questo approccio olistico è uno dei capisaldi del programma dell’Unione Energetica. Diviso in cinque dimensioni, questo tocca appunto la sicurezza energetica, il mercato dell’energia, l’efficienza energetica, la decarbonizzazionee l’ambito ricerca e sviluppo.

Settori su cui la Commissione è stata attiva negli ultimi mesi, in particolare con il “Summer Package” legislativo dello scorso luglio, e attraverso lo Stato dell’Unione Energetica, la Comunicazione che ha fatto una prima valutazione dell’iniziativa.

La necessità di un approccio olistico è stata poi sottolineata anche dal governo italiano. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, ha ricordato l’importanza dell’Unione Energetica come priorità per la Commissione e per l’Italia.

Questa dovrà contribuire a ridefinire le modalità d’azione in diversi settori, come la competizione – dove verrà richiesta una visione meno ortodossa e più globale – e la decarbonizzazione, dove la riforma dell’Emission Trading System dovrà evitare carbon leakages, fughe di emissioni verso paesi con regolazioni meno stringenti.

Sicurezza e innovazione per l’Italia?
Šef?ovi? non ha mancato di sottolineare il ruolo dell’Italia in questo settore chiave per l’integrazione europea. Nello specifico, ha nominato l’importanza delle interconnessioni – citando il caso del cavo tra Malta e Sicilia – in particolare per fornire una scelta diversificata e prezzi inferiori ai consumatori, sia domestici che industriali.

Il nostro paese, in questo contesto, giocherà un ruolo fondamentale nel Mediterraneo, soprattutto per potenziare le interconnessioni ed evitare la concentrazione delle forniture di gas europee, sia a livello intra che extra Ue.

Un obiettivo che includerà necessariamente il rafforzamento della cooperazione con i partner esistenti, e il supporto allo sviluppo del Mediterraneo orientale, dove gli sforzi industriali dovranno essere accompagnati da un processo diplomatico di trust building regionale.

L’Italia si propone in questo senso tanto come una porta per il Mediterraneo, quanto un energy hub, sia per l’elettricità che il gas. Un proposito che si inquadra in un contesto europeo favorevole, grazie soprattutto alle tre piattaforme energetiche euro-mediterranee, di cui due già lanciate dalla Commissione, e la cui creazione è stata fortemente incoraggiata dall’Italia durante il semestre di Presidenza Ue nel 2014.

Non va poi dimenticato il ruolo del nostro paese nella crescita delle rinnovabili in Europa che – come sottolineato da Šef?ovi? – ha visto oltre 3.000 brevetti registrati in Italia. Un’innovazione tecnologica che si riflette anche nel primato italiano per gli smartmeters, e nel ruolo delle “smartcities” per la decarbonizzazione dell’economia europea e mondiale, per cui il Vice Presidente ha nominato, in particolare, il caso di Torino.

2016: un anno chiave
Le iniziative della Commissione nel primo anno dell’Unione Energetica si sono soprattutto focalizzate sulla pianificazione e la costruzione del consenso, sia a livello politico che popolare. Nel 2016, l’azione della Commissione entrerà in una fase più concreta e propositiva.

Tra le misure chiave che verranno lanciate dalla Commissione ci sarà la strategia per il Gnl, la revisione della Direttiva sulla sicurezza nelle forniture di elettricità, il Regolamento sulla sicurezza delle forniture di gas, la nuova Direttiva sulle rinnovabili, la revisione della Direttiva sull’efficienza energetica e la finalizzazione della riforma dell’Emission Trading System (Ets).

La Commissione sarà poi chiamata a fare maggiore chiarezza su alcuni temi spinosi, il primo tra i quali la realizzazione di Nord Stream 2, che ha alimentato forti risentimenti da parte dei paesi membri dell’Europa centro-orientale, ma che potrebbe determinare anche un indebolimento delle strategie di diversificazione energetica dell’Italia.

Temi di grande importanza per il nostro paese e più in generale per i processi di integrazione europea, e per i quali l’Energy Union – in caso di successo – potrebbe rappresentare un valido modello.

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