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Mediterraneo, energia

Malta e Italia concordano moratoria trivellazioni

19 Ott 2015 - Fabio Caffio - Fabio Caffio

Un nuovo capitolo si è aperto nelle relazioni italo-maltesi: Roma e Valletta hanno concordato “informalmente” di sospendere le trivellazioni nell’area a sud-est della Sicilia, lasciando intravedere una possibile soluzione della controversia su questa porzione di mare.

L’intesa sembra frutto di scelte politiche che non possono prescindere dalla risoluzione delle questioni marittime di delimitazione. Otre all’Italia e a Malta, vi è un terzo interessato: la Libia che dovrebbe diventare parte della trattativa.

Moratoria sulle esplorazioni di idrocarburi
L’Ambasciata d’Italia a Valletta ha dato notizia della conclusione di un accordo informale grazie al quale i due Paesi hanno stabilito una moratoria sulle attività di esplorazione di idrocarburi in una vasta area offshore ad est di Malta.

La trattativa intavolata da Matteo Renzi e il suo omonimo Joseph Muscat – che si sono incontrati più volte – avrebbe anche riguardato un più stretto coordinamento nella gestione delle operazioni di salvataggio nella zona Sar (Search and rescue) maltese.

Rivendicazioni italiane
Tutto bene dunque? Sembrerebbe di sì per chi ricordi le violente polemiche del passato sulle operazioni Sar e sul luogo in cui trasportare i migranti o analizzi il testo del decreto del 27 dicembre 2012 (Decreto Passera).

Con tale decreto depositato alle Nazioni Unite, l’Italia ha aperto alla ricerca una grande area ad est del meridiano 15° 10′ tenendo conto delle indicazioni risultanti dalla sentenza emessa nel 1985 dalla Corte internazionale di giustizia nella causa Malta-Libia.

Il nostro Paese era intervenuto nel procedimento per affermare, come terzo, i suoi diritti a un confine tracciato secondo principi equitativi di proporzionalità tra le coste rilevanti da prendere a riferimento per la delimitazione (Malta aspira invece ad una rigida linea di equidistanza con la Sicilia).

Lo stesso decreto era strumentale all’avvio di attività di ricerca congiunta con Malta, ma Valletta lo ha implicitamente contestato dando concessioni per prospezioni in proprie pretese aree ricadenti nella zona italiana.

Di qui l’esigenza di stemperare la tensione diplomatica con una misura di confidenza reciproca come la moratoria.

Libia nelle questioni energetiche italo-maltesi
La Libia, qualunque sia il suo governo di riferimento, è direttamente interessata alle questioni energetiche italo-maltesi considerato che in passato si è aperta una disputa tra Tripoli e Valletta per le trivellazioni in un’area a sud di Malta ed a est di quella definita con accordo nel 1985.

Il problema è che il limite meridionale della zona disputata da Roma e Valletta confina in ogni caso con la piattaforma continentale (Pc) libica; perciò è indispensabile che i due Paesi rassicurino la dirigenza libica sul fatto che gli interessi libici saranno tenuti in debito conto.

D’altronde, non a caso, l’area italiana di ricerca stabilita con il decreto Passera si tiene prudentemente a nord dell’ipotetica Pc libica.

Le zone di Pc italiana aperte alla ricerca: in rosso la zona contestata da Malta (fonte MISE).

Piattaforma continentale e Zona economica esclusiva
Il limite stabilito per la Pc vale oramai, secondo la prassi più recente, anche per la sovrastante colonna d’acqua della Zona economica esclusiva, Zee, a meno di diversa scelta delle parti interessate.

Italia e Malta hanno sinora sempre parlato di Pc, ma domani i confini concordati potranno essere gli stessi della Zee. I settori del nostro Paese ostili alle trivellazioni potrebbero plaudere alla moratoria italo-maltese.

Ma è bene sapere che l’Italia è paladina nel Mediterraneo della tutela dell’ambiente marino e che questo postula la creazione di estese zone nazionali di protezione ecologica (Zpe): concordare con Malta un determinato confine per la Pc potrebbe poi limitare le nostre ambizioni ambientaliste.

Oltretutto se Malta dichiarasse una Zee anche i pescatori italiani subirebbero restrizioni (già ora sono penalizzati nella zona di protezione della pesca maltese di 25 mg).

Relazioni italo-maltesi
Dal 1980 l’Italia è legata a Malta da un Trattato di garanzia della neutralità maltese che sinora è stato l’architrave della relazione speciale che unisce i due Paesi.

Rilanciare tale relazione, attualizzarla nell’odierno contesto europeo e strutturarla in modo duraturo è ora la sfida che dovrà essere vinta dopo la moratoria informale sulle trivellazioni.

Per far questo è necessario che i due Paesi trasformino in atti concreti l’intesa politica, stipulando un accordo sulle frontiere marittime o richiedendo a un organo di giurisdizione internazionale come la Corte Internazionale di Giustizia di risolvere la controversia.

È tempo inoltre che l’Italia proponga a Malta di regolamentare con un memorandum la cooperazione Sar visto che non è più possibile per noi continuare ad operare de facto, con ingenti oneri, nella zona Sar maltese i cui limiti si sovrappongono a quelli italiani, persino nelle Isole Pelagie.

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