IAI
Il programma Forza NEC

Forze Armate e innovazione tecnologica

28 Mag 2015 - Tommaso De Zan, Alessandro Marrone - Tommaso De Zan, Alessandro Marrone

I recenti arresti di hacker accusati di aver attaccato vari siti istituzionali, tra cui quello del Ministero della Difesa, hanno riportato l’attenzione sul tema della sicurezza cibernetica. In realtà le Forze Armate italiane e dei principali Paesi Nato già da anni stanno cercando di affrontare i rischi e cogliere le opportunità offerte dall’Information Communication Technology (ICT).

Usa, Europa, e le Network Enabled Capabilities (NEC)
In ambito Nato si punta ormai da un decennio alla digitalizzazione e messa in rete degli equipaggiamenti militari, ovvero alle NEC, per aumentare efficacia ed efficienza dello strumento militare proprio grazie alle nuove capacità “netcentriche”.

Negli Stati Uniti l’ICT e le capacità netcentriche sono divenute profondamente radicate nelle operazioni militari, soprattutto alla luce delle cosiddette “lezioni apprese” dalle operazioni in Iraq e Afghanistan.

L’approccio americano è contraddistinto dalla duplice constatazione delle enormi potenzialità, e delle altrettanto significative vulnerabilità, di un crescente affidamento a un complesso sistema di reti alla base delle capacità netcentriche.

La volontà di sviluppare tali capacità in ognuna delle sei “funzioni di combattimento” – Comando e Controllo, Intelligence, Fuoco, Movimento e Manovra, Protezione, Supporto – dimostra come il Pentagono punti decisamente verso una completa messa in rete degli assetti delle Forze Armate.

In Europa le ambizioni in fatto di NEC sono parzialmente diverse. Francia, Germania e Regno Unito hanno intrapreso un proprio percorso per la trasformazione netcentrica delle rispettive forze terrestri, che è stato influenzato anche dall’esperienza nelle missioni internazionali.

Ad esempio, nel primo decennio degli Anni 2000 la Francia ha iniziato rapidamente la digitalizzazione degli equipaggiamenti a livello del singolo soldato ed ha potuto sviluppare il processo verso i livelli superiori senza la pressione di impegni operativi quali quello in Iraq.

Viceversa, il Regno Unito ha dovuto ricorrere a dei requisiti operativi urgenti per equipaggiare le proprie brigate impegnate massicciamente nei teatri iracheno ed afgano, acquisendo spesso equipaggiamenti “chiavi in mano” direttamente sul mercato, da diversi fornitori, e complicando così la messa in rete degli assetti e la costruzione di una architettura netcentrica.

La Germania si è collocata in una posizione mediana rispetto ai due estremi francese e britannico.

In generale, i tre Paesi hanno adottato un approccio più cauto rispetto agli Stati Uniti nella digitalizzazione delle forze terrestri, anche a causa dei forti limiti di bilancio, ma hanno comunque riconosciuto l’importanza delle capacità netcentriche, in particolare del dominio cyber, investendo ingenti risorse nell’affrontare le sfide che le NEC comportano.

Il programma Forza NEC
In questo contesto si colloca l’esperienza italiana del programma Forza NEC, che sarà discussa in una prossima conferenza IAI a Roma.

Il programma si origina dalla concettualizzazione in ambito Nato delle NEC e dall’esperienza dell’Esercito nelle ultime missioni internazionali – principalmente in Afghanistan e Iraq, ma anche in Libano e Kosovo. Queste hanno evidenziato la necessità per la forza armata di dotarsi di un sistema di commando e controllo maggiormente in grado di raccogliere e gestire le informazioni provenienti dal campo di battaglia, di aumentare la capacità di aggiornamento della situazione in tempo reale e di potenziare i propri strumenti e piattaforme con sistemi di protezione attiva e passiva.

Forza NEC, nell’indicare la strada per la digitalizzazione delle forze terrestri, si pone come catalizzatore di altri programmi di procurement, andando a intervenire sia sugli aggiornamenti di programmi consolidati sia sulla definizione delle specifiche tecniche per quelli non ancora avviati.

Forza NEC è quindi un procurement sui generis, sia in quanto i suoi esiti costituiranno le fondamenta del processo di ammodernamento generale dell’Esercito, sia poiché convergono al suo interno altri programmi già avviati come il Sistema automatizzato di comando e controllo (Siaccon), il Sistema di comando, controllo e navigazione (Siccona) e Soldato Futuro.

Il programma si trova attualmente nella fase di Concept Development and Experimentation (CD&E), che si prevede termini entro il 2020, per un costo complessivo di 815 milioni di euro. Lo scopo primario della CD&E è effettuare una serie di test per valutare attentamente quelle tecnologie che saranno alla base della digitalizzazione dell’Esercito, fornendo le capacità necessarie per testare e validare l’architettura della forza digitalizzata attraverso la realizzazione su piccola scala di tutti i principali componenti dell’architettura NEC.

Le sfide della digitalizzazione
Il programma Forza NEC presenta molte sfide, in termini di sicurezza cibernetica, di asset legacy (ovvero i vecchi equipaggiamenti militari non digitali), di interoperabilità interforze, di gestione dei dati in teatro, di formazione e addestramento delle forze armate.Tra queste sfide, l’incognita principale riguarda proprio l’eventuale produzione di sistemi, piattaforme e assetti che sono stati finora concepiti e sperimentati in Forza NEC.

Questa incertezza è figlia principalmente delle risorse esigue di cui dispone la Difesa e della impossibilità di definire con esattezza come, quando e in che misura l’Esercito potrà acquisire gli strumenti necessari per perseguire con efficacia gli i compiti assegnati alle Forze Armate dalla politica estera e di difesa italiana.

Quanto alla digitalizzazione degli equipaggiamenti dell’Esercito, da un punto di vista operativo, ma anche finanziario e industriale, sembra fondamentale potere dare seguito alla fase di ricerca e sperimentazione con un piano di industrializzazione che soddisfi le esigenze della forza armata e che non renda la fase di CD&E un esercizio fine a sé stesso.

In questo modo, traendo i benefici diretti derivanti dalla digitalizzazione, si consentirà all’Esercito di ammodernarsi rimanendo in linea con i progressi tecnologici delle altre forze armate, alleate o potenzialmente ostili, nell’ottica delle sfide future che dovrà affrontare con i partner europei e atlantici.

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