L’Ue di Renzi spende meglio e insieme in difesa
I tragici fatti di Charlie Hebdo e il crescente livello di rischio legato al terrorismo di matrice islamica hanno riportato a galla i temi della sicurezza e difesa.
L’Europa e i suoi Stati membri sono chiamati, ora più che mai, ad affrontare con maggiore efficacia un problema complesso e trasversale.
10 anni dell’European defence agency
Proprio nel 2014 si erano celebrati i 10 anni dell’Agenzia europea per la difesa (European defence agency, Eda). In questa occasione è avvenuta la pubblicazione di un volume che ripercorre le tappe fondamentali della cooperazione europea in materia di difesa.
Lo stesso documento ospita una sezione in cui diversi esperti, addetti ai lavori, ed esponenti di spicco del panorama politico e industriale europeo commentano da diverse angolature e prospettive il tema della sicurezza e difesa in Europa.
Accanto a nomi come Catherine Ashton, Michel Barnier e Herman Van Rompuy – solo per citarne alcuni – vi è quello di Matteo Renzi. Il premier ha voluto contribuire con una riflessione di carattere politico, incentrata sulle dinamiche che intercorrono tra opinione pubblica, i rischi e le minacce all’Europa e ciò che più attiene al settore della sicurezza e difesa nel Vecchio Continente, la sua Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc).
Risposta alle crisi che minacciano l’Europa
La sua riflessione parte dal riconoscimento di fondo di quanto sia complesso in Europa creare consenso su ciò che è ritenuto piuttosto “lontano”, sia in termini temporali che geografici, ma che “lontano” in realtà non è.
Il premier si sofferma a lungo nell’identificare l’arco dell’instabilità e delle crisi che minacciano l’Europa e che la globalizzazione ha reso ancora più vicine, complesse, interconnesse e sfumate.
Ciò richiede una risposta concreta e di ampio respiro affinché l’Europa sia grado di mantenere e riportare la stabilità in quelle aree dove l’incertezza e le crisi possono espandersi e diventare endemiche.
Investire nel settore della sicurezza e difesa, la cui incidenza forse può sembrare invisibile e intangibile sul singolo e sulla comunità, richiede una lungimiranza politica che sia in grado di coniugare le impellenti e legittime necessità economico-sociali con le altrettanto determinanti necessità legate alla sicurezza e alla difesa.
Tale investimento è paragonato a una sorta di polizza di assicurazione, per cui maggiore è il premio da pagare, maggiore sarà la copertura applicata, sebbene nessuno si augura di farne mai uso.
È una polizza di assicurazione che implica, per essere valida ed efficace, contributi finanziari regolari, significativi, ma soprattutto coordinati e concertati a livello europeo. Non si tratta di spendere di più singolarmente, ma spendere meglio e insieme.
Facendo leva sull’approccio europeista che contraddistingue il suo discorso politico, seppur alcune volte critico, Matteo Renzi ribadisce la necessità di maggior integrazione, così che l’Europa possa giocare la sua parte in un mondo in continua evoluzione, in cui la sicurezza dei propri cittadini è tenuta sempre più sotto scacco.
Non nasconde, però, le criticità all’interno dell’architettura europea, incapace di accordarsi politicamente su determinati obiettivi strategici, a fronte dei quali predisporre adeguate misure e politiche, e pianificare un adeguato coordinamento nelle politiche di razionalizzazione della spesa pubblica per la difesa o negli investimenti in Ricerca e Sviluppo.
Dal Libro Bianco italiano a quello europeo
Accrescere la consapevolezza dei cittadini europei su ciò che l’Europa è chiamata ad affrontare in termini di rischi e minacce e al tempo stesso assicurarsi che essi siano pienamente coscienti che tali temi toccano l’Europa tutta, senza distinzioni di nazionalità o esposizione al rischio. Sono queste le principali raccomandazioni che trovano spazio nella riflessione del Presidente del consiglio.
Suggerimenti già presenti nelle linee guida del Libro Bianco italiano per la sicurezza internazionale e la difesa che, a partire dallo scorso giugno, ha avviato il coinvolgimento dell’opinione pubblica in un più ampio dibattito nazionale.
Sempre su questi presupposti, Renzi propone all’Europa di seguire l’esempio italiano ed elaborare un Libro Bianco europeo che veda anche il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini europei.
L’integrazione economica – e in parte finanziaria – è infatti solo uno degli aspetti che danno forma all’Unione europea, la quale troverebbe certamente una maggiore identità e peso politico attraverso un ulteriore tassello: l’Europa della sicurezza e difesa.
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