Tecnologia duale e Forze Armate
Il processo di continua innovazione tecnologica può rappresentare una via di uscita alla gabbia dell’austerity per gli investimenti nella difesa, in particolare (ma non solo) nel campo elicotteristico con l’opzione degli elicotteri duali.
Il periodo post Guerra Fredda ha conferito alla tecnologia di matrice civile il ruolo di protagonista di un processo evolutivo senza precedenti che ha facilitato l’introduzione di quello scambio a due sensi tra il settore civile e quello militare.
Infatti, se il passaggio di tecnologie militari al campo civile è da sempre presente – basti pensare ad internet e alle comunicazioni satellitari – il contrario è un fatto relativamente nuovo.
Le attività di Research & Technology e Research & Development proprie del settore civile sono state prese via via in considerazione nei settori della sicurezza e della difesa, e, in un momento storico di apertura economica e culturale, anche la tecnologia si è aperta a un processo di produzione più generalizzato che va oltre l’ambito militare.
La tecnologia di matrice civile, grazie soprattutto agli sviluppi nel settore Information & Communication Technology (Ict), ha già dato prova della sua abilità di spill-over in altri settori della difesa, quali aerospazio, elettronica e sensoristica.
Elicotteri duali
In quest’ottica, il Quaderno IAI, Gli elicotteri duali nel campo della sicurezza e della difesa si concentra sulle opportunità di crescita degli elicotteri duali, ossia quegli aeromobili che vengono predisposti strutturalmente in modo da poter essere utilizzati da soggetti civili, militari o di pubblica sicurezza, con limitate modifiche o integrazioni.
Nel campo elicotteristico, i maggiori ostacoli agli spin-off tra i diversi settori, e in generale alle sinergie rese possibili dall’utilizzo di tecnologie duali, sono collocati spesso nel lato della domanda, ovvero dei clienti. In particolare, vi è una differenza di approccio tra gli utilizzatori militari e quelli del campo della sicurezza o civile.
I primi sono maggiormente abituati a fissare dei requisiti molto specifici e ad avviare programmi di procurement di medio-lungo periodo, che portino ad acquisire prodotti e piattaforme disegnati appositamente per soddisfare le suddette prerogative.
I secondi, i civili o le autorità di pubblica sicurezza, sono più propensi ad acquisire sul mercato prodotti “chiavi in mano”, (off-the-shelf), in quanto hanno requisiti meno stringenti e/o attribuiscono maggiore importanza al rapporto qualità-prezzo e alla rapidità del processo di procurement, rispetto alla sola performance del prodotto acquistato.
Potenziale tecnologia duale
Il dibattito svoltosi durante la conferenza di presentazione della ricerca, cui hanno partecipato tra gli altri l’ex Ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola e l’Amministratore Delegato di AgustaWestland Daniele Romiti, ha discusso le opportunità e i limiti presentati dall’opzione degli elicotteri duali, che di certo deve ancora esprimere in toto tutte le sue ulteriori potenzialità.
In quella occasione si è evidenziato che, dal punto di vista dell’efficienza economica, occorrerebbe raggiungere una maggiore sinergia tra il lato della domanda e quello dell’offerta.
Il mondo della domanda dovrebbe concepire quest’ultima in maniera innovativa, non solo valutando al meglio i costi necessari a sostenere le capacità per lo svolgimento di certi compiti, ma anche ponendo attenzione alla formulazione delle esigenze e dei requisiti che devono rispondere a una serie di bisogni critici, eterogenei ed imprevedibili.
A fronte di questa consapevolezza, la domanda dovrebbe essere formulata ponendo l’accento non sull’oggetto, ossia le tradizionali macchine e piattaforme, bensì sulla modalità, la capacità più efficace per rispondere alle esigenze del momento.
Il potenziale della tecnologia duale non è stato ancora recepito da una parte dei decisori politici, anche perché nella vita quotidiana è semplice accorgersi dei passi da gigante fatti dall’innovazione tecnologica, mentre ciò è più difficile da comprendere in relazione al campo della sicurezza e difesa.
? cruciale tener conto di tutti quei mercati più grandi, più specifici e più innovativi che operano accanto a quello militare e che hanno compiuto passi tanto grandi da offrire vantaggi comparati ancora non pienamente compresi.
A un contesto internazionale turbolento, segnato anche da possibili innovazioni tecnologiche dirompenti (“disruptive”) in grado di cambiare radicalmente il settore della difesa, si dovrebbe rispondere con un approccio che vada oltre i tradizionali schemi.
Priorità e innovazione
Se il periodo post Guerra Fredda ha dato grande spazio al progresso tecnologico, industriale e alla modernizzazione su larga scala, dall’altro lato ha anche accentuato i caratteri eterogenei e disparati delle sfide cui occorre far fronte.
Se le risorse dei settori sicurezza e difesa sono cruciali per rispettare gli imperativi di prontezza e capacità di risposta immediata, è altresì vero che esse sono state visibilmente ridotte dalle politiche di austerity attuate in vari Paesi europei.
Una riformulazione delle priorità è più che urgente, e settori innovativi potrebbero fornire alcune risposte adeguate. ? in questo contesto che il discorso sulla tecnologia duale trova ampio riscontro.
Le nuove capacità di natura duale potrebbero ridurre i costi delle piattaforme grazie a un mercato più ampio che sfrutta la comune base tecnologica, e potrebbero garantire un maggior grado di efficacia ed efficienza, soprattutto in una prospettiva di lungo termine.
Il famoso ‘comprehensive approach’, espressione ormai “abusata” in campo politico e accademico, andrebbe applicato anche alla sinergia orizzontale – tra civile e militare – nell’innovazione tecnologica, aiutando la ricerca di una risposta innovativa alle sfide esistenti.
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