IAI
Industria della difesa 2011

L’export italiano riprende respiro

19 Lug 2012 - Alessandro Ungaro - Alessandro Ungaro

Ad aprile il governo italiano ha pubblicato il Rapporto in materia di esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento riferito al 2011. Passato in sordina sui media nazionali, il documento – di oltre 100 pagine – riporta le iniziative istituzionali e legislative alla base del rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni e compara la performance del 2011 con quella degli anni precedenti, fornendo un’efficace radiografia dello stato di salute dell’industria della difesa.

Inversione
Il documento puntualizza che “lo sfasamento temporale che esiste tra l’autorizzazione ad esportare, l’effettiva spedizione del materiale prodotto ed i pagamenti effettuati non consente un’immediata correlazione tra i valori monetari totali, relativi rispettivamente alle autorizzazioni concesse, alle esportazioni effettivamente avvenute nell’anno ed alle autorizzazioni ad effettuare le transazioni bancarie”. Pertanto, solo i movimenti doganali indicano l’ammontare finanziario di quanto l’Italia abbia esportato, mentre le autorizzazioni concesse costituiscono una parte del portafoglio ordini con l’estero.

Rispetto alla contrazione registrata nel 2010, le autorizzazioni rilasciate nel 2011 indicano un’inversione di tendenza grazie alla ripresa di alcuni programmi intergovernativi. Il valore delle esportazioni definitive risulta pari a 3.060 milioni di euro (2.906 milioni nel 2010), mentre l’importo delle autorizzazioni relative ai programmi intergovernativi ammonta a 2.201,8 milioni di euro (345 milioni nel 2010).

L’analisi statistica del rapporto è stata tuttavia condotta senza considerare i dati delle singole autorizzazioni per i programmi intergovernativi, bensì illustrando esclusivamente quelli relativi alle autorizzazioni all’esportazione definitiva. Nel corso del 2011 sono state rilasciate 2.497 autorizzazioni (2.210 nel 2010) di cui 1.615 definitive e il restante suddiviso tra temporanee e proroghe di autorizzazioni precedentemente rilasciate.

Quasi la totalità di quelle definitive, 1.543 ossia il 95%, corrisponde a materiali di valore inferiore a 10 milioni di euro per un ammontare complessivo di 306 milioni (992,5 milioni nel 2010), ossia il 6% del valore totale delle esportazioni definitive; un 3% (48) riguarda autorizzazioni inerenti materiale di valore compreso fra i 10 e 50 milioni di euro per un totale di 1.073,6 milioni di euro pari al 20,4% del valore totale delle esportazioni definitive autorizzate.

Il restante 1,5% (24) delle autorizzazioni è relativo a materiali di valore superiore a 50 milioni di euro per un ammontare complessivo di 3.881,9 milioni (1.355 milioni di euro nel 2010), pari al 73,8% del valore totale delle esportazioni definitive autorizzate. Da ciò si possono trarre due considerazioni di carattere generale:
1) si denota la crescita del comparto industriale nella fornitura di sistemi completi, dal momento che oltre il 70% delle autorizzazioni riguarda materiali con un valore superiore ai 50 milioni di euro;
2) dato il numero piuttosto elevato di autorizzazioni inferiori a dieci milioni di euro (coprono quasi il 100% delle autorizzazioni totali), si conferma che i livelli di export dipendano dalla possibilità di acquisire nuove commesse di sistemi o sottosistemi.

Come per i precedenti rapporti, anche quest’anno il documento è stato bersaglio di numerose critiche in quanto ritenuto ancora poco dettagliato e trasparante. Diversamente dalla versione del 2010, in effetti, la nuova non fornisce un elenco delle categorie dei prodotti esportati per paesi di destinazione, limitando la possibilità di realizzare ulteriori e importanti valutazioni.

Agusta S.p.A e Algeria sul podio
Agusta è la principale azienda esportatrice per volume finanziario – pari a 756,2 milioni di euro – seguita da Orizzonte Sistemi Navali, Iveco, Alenia Aermacchi(1) e Alenia Aeronautica. Tra i paesi destinatari delle autorizzazioni alle esportazioni definitive, l’Algeria è al primo posto con 477,5 milioni di euro seguita da Singapore (395 milioni), Turchia (170 milioni), Arabia Saudita (166 milioni), Francia (161 milioni) e Messico (136 milioni). Anche in questo caso non rientrano nell’analisi le operazioni relative ai programmi intergovernativi le cui destinazioni rimangono principalmente i paesi europei.

Un dato su tutti riguarda i paesi asiatici, India e Singapore in primis. A dimostrazione di quanto il mercato internazionale della difesa stia mutando, il numero delle autorizzazioni all’esportazione rilasciate verso “nuovi” mercati di destinazione è cresciuto in modo significativo, così come il valore delle transazioni: dai quasi 300 milioni di euro del 2010, si è passati a 701,8 milioni di euro nel 2011, pari ad un incremento del 136%. Un’analisi per aree geografiche rivela che circa il 36% delle nostre esportazioni è diretto verso i paesi Nato/Ue ed Osce, mentre è in continuo aumento la fetta relativa ad altre aree geopolitiche tra cui l’Africa Settentrionale e il Vicino e Medio Oriente con il 24% e l’Asia con il 23%.

Nuovi orizzonti
Sembra ormai chiaro che la parola d’ordine per l’industria nazionale sia diventata export, dato che le aziende della difesa europee ed americane faranno sempre più leva sulle potenzialità dei mercati emergenti per compensare le difficoltà interne. Assecondare le esigenze dei clienti esteri è per il momento il motore principale del comparto industriale. Oltre ad aprire nuovi orizzonti, questa opzione potrebbe spingere i paesi europei, specie quelli presenti in consorzi (come l’Eurofighter) a consolidare le strategia aziendali, per penetrare più efficacemente nei mercati del futuro.

(1) Il 1° gennaio 2012 tutte le società del Settore Aeronautico sono state fuse sotto il nome di Alenia Aermacchi. Dal sito di Alenia Aermacchi, http://www.aleniaaermacchi.it/ita/chisiamo/Pages/History.aspx.

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