IAI
Verso il Vertice della Nato

Difesa antimissile, è il tempo della scelta

10 Nov 2010 - Roberto Zadra - Roberto Zadra

Il 19-20 novembre il Vertice Nato di Lisbona discuterà del futuro della difesa anti-missile sulla base del piano che gli Stati Uniti presentarono agli alleati nel settembre 2009 e che si è venuto man mano precisando. È un piano, nell’insieme, più articolato ed ambizioso di quello precedente, concepito dall’amministrazione Bush, che prevedeva di installare un radar in banda X in Repubblica Ceca e dieci missili intercettori in Polonia.

Il nuovo piano si articola in quattro fasi:
– La fase 1 (entro il 2011) prevede il dispiegamento di sistemi difensivi contro missili a corto e medio raggio, già disponibili, quali incrociatori anti-missile Aegis, missili intercettori SM-3 Block IA e un radar da installare in un luogo da precisare. Ciò servirebbe soprattutto a difendere parte dell’Europa meridionale.
– La fase 2 (entro il 2015), prevede il dispiegamento di missili intercettori più avanzati (SM-3 Block IB, attualmente in fase di sviluppo), e alcuni sensori aggiuntivi. Intercettori SM-3 basati a terra dovrebbero essere installati in Romania, per estendere la copertura dell’area europea contro attacchi missilistici di corto e medio raggio.
– La fase 3 (entro il 2018), prevede un ulteriore sito di missili intercettori in Polonia e il dispiegamento di sistemi più avanzati (SM-3 Block IIA), anch’essi ancora in fase di sviluppo ed in grado di operare sia da terra che dal mare. A questo punto, secondo i piani, il sistema dovrebbe essere in grado di estendere la copertura a tutti gli alleati in Europa contro minacce balistiche a raggio medio ed intermedio.
– La fase 4 (entro il 2020), prevede lo sviluppo di capacità aggiuntive contro missili balistici intercontinentali che potrebbero essere lanciati dal Medio Oriente contro gli Usa. Si prevede una nuova, e tecnologicamente più avanzata, generazione di missili intercettori (SM-3 Block IIB).

La nuova proposta americana è stata accolta favorevolmente dagli alleati, ed i ministri degli Esteri, il 4 dicembre 2009, l’hanno ufficialmente sostenuta.

Difesa territoriale
D’altro canto, la difesa antimissile di teatro è già da tempo parte del consenso alleato. Altbmd (la difesa attiva multistrato contro i missili balistici di teatro) è un programma partito nel 2005, che punta a proteggere le truppe impegnate in operazioni dalla minaccia di missili balistici con una gittata fino a 3.000 km.

Nell’aprile 2009, il Vertice di Strasburgo/Kehl ha discusso della difesa antimissile senza però prendere una decisione finale e dando invece mandato al Consiglio Atlantico di studiare le possibilità politiche, tecniche e militari di espandere il ruolo del programma Altbmd sino ad includere l’opzione di una vera e propria difesa territoriale, in grado di proteggere non solo forze impegnate in operazioni di teatro, ma anche le popolazioni e il territorio alleato. Questa idea è stata ripresa dai ministri degli Esteri nel dicembre 2009, che hanno affermato che l’espansione di quel programma “sarebbe una pietra miliare essenziale per assicurare la difesa antimissile del territorio europeo”. I ministri della Difesa, nel giugno scorso, hanno aggiunto che, ove il Vertice di Lisbona decidesse di approvare il progetto di difesa missilistica, un programma Altbmd allargato ne fornirebbe lo scheletro per quanto riguarda il sistema di comando, controllo e comunicazioni.

C’è però la questione dei rapporti con la Russia. Sin dal 2007, quando si delineò con maggiore chiarezza il piano dell’amministrazione Bush, l’alleanza ha insistito sull’opportunità di consultazioni con Mosca. Il Vertice di Bucarest, nell’aprile 2008, era stato particolarmente chiaro in proposito.

Resistenza russa
La questione è se la Russia accetterà un tale invito. Dopo essersi opposta ai piani dell’amministrazione Bush con grande vigore, la Russia aveva reagito inizialmente in modo positivo alle nuove proposte americane. Tuttavia, man mano che tale proposte andavano precisandosi, la posizione di Mosca è diventata nuovamente più scettica (anche se sempre con toni piuttosto moderati). Nel marzo 2010 il Segretario Generale Rasmussen ha delineato la sua personale visione di “un tetto comune di sicurezza che costruiremo insieme, manterremo insieme e opereremo insieme. Un tetto che proteggerà la sicurezza di noi tutti”. Questa visione è stata poi ripetuta da Rasmussen in una conferenza organizzata da Iai e Aspen nel settembre scorso. A poche settimane dal Vertice di Lisbona il tema del coinvolgimento della Russia nel progetto di difesa antimissile della Nato rimane più che mai centrale.

Il fatto è che le relazioni tra la Nato e la Russia sulla difesa anti-missile dipendono in larga misura dall’andamento del rapporto bilaterale Usa-Russia. Nel preambolo del cosiddetto Nuovo Trattato Start tra Usa e Russia per la riduzione delle armi nucleari strategiche si riconosce “l’interconnessione tra armi strategiche offensive e armi strategiche difensive”. Inoltre i russi, in una dichiarazione unilaterale, hanno minacciato di recedere dal trattato ove la difesa anti-missile americana dovesse mettere a rischio la loro sicurezza. Nel frattempo proseguono gli incontri bilaterali russo-americani per esaminare la possibilità di condividere i dati di allerta precoce (early-warning) sul lancio di missili balistici e sistemi spaziali, il che potrebbe a termine portare ad un sistema internazionale di notifica di tali lanci.

Tali discussioni vertono anche su altre possibili cooperazioni bilaterali nel campo della difesa anti-missile – ricerca e sviluppo, sperimentazione, simulazioni, esercitazioni – e sul possibile utilizzo di sistemi radar russi di early-warning basati a Gabala (in Azerbaigian) e ad Armavir (nella Russia meridionale). Nessun accordo sembra in vista, almeno per ora, ma il solo fatto che tali discussioni proseguano è di per sé significativo. Gli europei possono o meno gradire tutto ciò, ma la realtà è che la relazione futura tra la Russia e la Nato dipenderà in larga misura dall’andamento dei rapporti bilaterali fra Mosca e Washington.

Polizza assicurativa
Alla base della decisione di sviluppare o meno un sistema difensivo anti-missile non deve esserci necessariamente una minaccia concreta e visibile. Proprio sulla valutazione della minaccia ci sono d’altronde differenti posizioni, non solo tra gli occidentali, ma anche con la Russia (ad esempio sulla rilevanza e consistenza di una possibile minaccia iraniana). Una decisione potrebbe anche basarsi sul semplice riconoscimento che una polizza di assicurazione aggiuntiva non guasta, nel caso una minaccia potenziale dovesse materializzarsi. Si eviterebbe così di puntare il dito accusatore contro questo o quel paese.

Per il momento comunque si tratta di vedere se il Vertice di Lisbona prenderà o meno una decisione definitiva sulla necessità di sviluppare una difesa anti-missile, o se sceglierà ancora una volta di rinviare la questione. È sin dal 2002 (Vertice di Praga) che la Nato, in un modo o nell’altro, dibatte questa prospettiva. In oltre otto anni, e mettendo da parte l’esistente ma meno ambizioso programma Altbmd, la Nato non ha ancora preso una decisione. Mentre in passato, specie da parte europea, ci possono essere state molte buone ragioni per non decidere e prendere tempo, è giunto ora il momento di decidere se andare avanti o meno. L’attuale proposta/offerta americana apre una finestra di opportunità – non solo per gli europei, ma anche per la Russia. Ma la finestra non rimarrà aperta indefinitamente. Gli americani andranno avanti comunque. Proprio per questo sta crescendo la pressione politica perché a Lisbona si prenda una decisione.

Questo articolo è una versione abbreviata di un saggio pubblicato dal Royal United Services Institute di Londra, apparso nel RUSI Journal, Vol. 155, No. 5. Si ringraziano il RUSI e la casa editrice Routledge per aver concesso la pubblicazione in italiano di questo testo.

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A. Marrone: La Nato guarda al futuro