La Polonia si volge all’Ue
L’elezione di Bronisław Komorowski alla Presidenza della Polonia apre una stagione nuova nella politica del paese e nei suoi rapporti con l’Ue. Con il 52,63% dei voti contro il pur significativo 47,37% di Jaroslaw Kaczyński, capo del Partito di opposizione Legge e Giustizia (PiS) e fratello gemello del Presidente Lech (deceduto durante l’incidente aereo di Smolensk del 10 aprile scorso), Komorowski ha ottenuto un notevole successo sia politico che personale. La Polonia ha un sistema costituzionale che attribuisce forti poteri al governo, ma il Presidente detiene il potere di veto, può fare nomine per posizioni chiave e ha voce in capitolo sulla politica estera e di sicurezza.
Tra Mosca e Bruxelles
Convinto europeista, Komorowski vuole una Polonia al centro dell’Unione europea ed è favorevole sia a un miglioramento delle relazioni con Mosca che ad un più stretto rapporto con Berlino. Membro di Piattaforma Civica (PO), il partito del premier Donald Tusk, il nuovo Presidente è un conservatore liberale. È fautore dell’economia di mercato e durante la campagna elettorale si è detto favorevole a misure di austerità per diminuire il deficit polacco al 3% del Pil entro il 2012.
Secondo i sondaggi di opinione, la maggior parte (70%) degli elettori che al primo turno avevano votato per il candidato di Alleanza della Sinistra Democratica (Sld), Grzegorz Napieralski, consentendogli un po’ a sorpresa di ottenere la terza posizione con il 13,68%, hanno votato per Komorowski. Questi elettori auspicano però alcuni provvedimenti economici e sociali, come l’aumento degli stipendi per diverse categorie, agevolazioni fiscali per studenti e nuove infrastrutture, che il governo avrà difficoltà a realizzare se davvero seguirà una politica di rigore fiscale.
Segnali di cambiamento
L’ex Presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczyński, era un conservatore nazionalista, convinto anticomunista, membro del partito Legge e Giustizia. Non aveva buoni rapporti con il premier e non vedeva di buon occhio varie iniziative del governo. Come, ad esempio, i tentativi di migliorare le relazioni con la Russia o il progressivo riavvicinamento a Bruxelles. Il nuovo Presidente, invece, ha già dichiarato di sostenere il programma volto a rafforzare il ruolo della Polonia nell’Ue e l’adesione all’euro.
La nuova convergenza politica tra premier e presidente avrà un impatto positivo anche sull’azione di governo che prevede, fra l’altro, una serie di riforme fiscali per snellire la spesa pubblica e riportare sotto controllo il bilancio nazionale. Inoltre, saranno finalmente avviate alcune riforme fino ad ora bloccate dal veto presidenziale, in particolare quelle riguardanti la sanità, le pensioni e i media. Il Fondo di Assicurazione Sociale per gli agricoltori, un bacino elettorale fondamentale, sarà mantenuto e ampliato.
Il governo punta a rilanciare la sua azione in vista delle elezioni politiche dell’autunno 2011. Il neoeletto capo di stato intende fare un uso molto più moderato ed accorto, rispetto al suo predecessore, del potere di veto che la costituzione gli conferisce. L’opposizione teme però che in questo modo il primo ministro acquisisca un potere eccessivo.
Atlantismo realista
Cambiamenti ci saranno anche in politica estera, che rimarrà comunque ancorata a uno stretto rapporto con gli Stati Uniti. Komorowski è favorevole, oltre che a una più stretta intesa con la Germania, anche al riavvicinamento alla Russia. Lech Kaczyński insisteva soprattutto sulle relazioni con Washington, Komorowski cercherà anche di collaborare più strettamente con Bruxelles. In quest’ottica si colloca la sua attenzione al tema della sicurezza nazionale. Già Ministro della Difesa tra il 2000 e il 2001, oggi Comandante Supremo delle Forze Armate, Komorowski ha a cuore lo sviluppo della sicurezza e dell’esercito polacco, anche se in campagna elettorale ha promesso il ritiro delle truppe in Afghanistan entro il 2012. Se sotto la Presidenza Kaczyński si sono perseguiti con determinazione gli interessi nazionali talora anche a scapito dei rapporti esterni, il nuovo Presidente si propone come tramite per una politica più bilanciata ed europeista.
Non è previsto, al momento, un rimpasto governativo anche se non si può escludere qualche cambiamento tra i ministri nell’autunno prossimo. Il Presidente del Partito dei Contadini (Psl), Waldemar Pawlak, ministro dell’Economia nonché vicepremier, ha ottenuto soltanto l’1,75% dei voti al primo turno elettorale. Il premier Tusk ha comunque definito “indiscutibile” l’alleanza con il Psl che dovrà, tuttavia, tentare di recuperare consensi in vista delle elezioni amministrative del prossimo autunno. In questo quadro sarebbe importante per il Psl – come già accennato – conquistare una carica autorevole quale la presidenza del Parlamento per rilanciare la propria posizione nella coalizione di governo e per ripristinare la propria immagine presso il suo elettorato. La questione dovrebbe essere risolta in tempi rapidi. Tra i candidati figurano anche due esponenti di Piattaforma Civica, il Ministro della Salute Ewa Kopacz (che, pur dotata di poco carisma, è stata recentemente apprezzata per la sua partecipazione all’identificazione delle vittime dell’incidente di Smolensk in qualità di medico, oltre che di ministro) e il capo del gruppo parlamentare di PO, Grzegorz Schetyna. È evidente che un presidente del Parlamento proveniente da Piattaforma Civica accrescerebbe ulteriormente l’influenza del governo.
La sfida del 2011
Nonostante la favorevole congiuntura politica, il governo Tusk ha comunque un’agenda molto impegnativa: la riduzione del debito pubblico e la promozione di riforme fiscali, ma – a giudizio di diversi economisti e opinionisti – è difficile che queste ultime vengano varate a un anno di distanza dalle elezioni politiche. Tanto più che la minaccia del PiS continua ad incombere sul partito di governo. È da notare, infatti, che il Partito Legge e Opposizione è stato sconfitto alle presidenziali ma non ha subito una débâcle. Kaczyński ha perso molto dignitosamente ottenendo il 47% dei voti e rafforzando la propria immagine di leader anche all’interno del suo partito. La partita rimane dunque molto aperta per le politiche dell’autunno del 2011, sulle quali Kaczyński punterà per la rivincita.
Le elezioni politiche del 2011 coincideranno anche con l’avvio della Presidenza polacca dell’Ue, su cui il paese punta molto per rilanciare il suo ruolo. Il premier Tusk ha già ipotizzato di anticipare le elezioni alla primavera 2011 per potersi dedicare pienamente alla campagna elettorale e non appesantire l’azione di governo.
Il giuramento e l’insediamento del nuovo Presidente sono previsti tra il 4 e l’11 agosto. L’auspicio è che Komorowski, anche attraverso il rilancio dell’iniziativa verso Bruxelles, riesca a superare o almeno ridurre le forti contrapposizioni politiche degli ultimi anni, rafforzando le coesione sociale, un obiettivo che è rimasto una chimera sotto i suoi predecessori.
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