Europa, è il momento di osare
L’appello promosso dallo Iai e da altri quattro centri studi sulle elezioni europee del prossimo giugno, che è stato sottoscritto da eminenti personalità europee, è una ben meditata provocazione. Il suo maggiore pregio sta nell’accento posto sulla necessità di una più qualificata rappresentanza politica dei cittadini nella prossima legislatura del Parlamento Europeo.
Non può non vedersi la carica provocatoria di un appello ai partiti politici affinché diano voce alle istanze dei cittadini e si impegnino a promuovere la prospettiva di un’Unione Europea che sappia finalmente assumere il ruolo di attore politico globale. I partiti politici sono infatti corresponsabili dell’attuale paralisi del processo di integrazione e della degenerazione delle campagne elettorali europee in competizioni tutte nazionali. Alla base dell’appello c’è evidentemente l’auspicio che i partiti europei ritrovino quel ruolo di progettualità politica che appartiene alla migliore storia europea e da cui dipende una democrazia autenticamente pluralista e caratterizzata da un’attiva partecipazione dei cittadini. L’esatto opposto di sistemi in cui prevalgono le demagogie populiste e i personalismi mediatici in cui il messaggio si esaurisce nell’immagine fine a se stessa. L’appello è apprezzabile anche perché riafferma con coraggio l’importanza, in una democrazia moderna e dinamica, del ruolo dei partiti politici, che un’opinione pubblica disillusa vede invece con crescente sospetto e diffidenza. Gli impegni che partiti e candidati vengono invitati ad assumere sono tutti concreti e realizzabili, anche a norme vigenti invariate. La legittimazione democratica dell’Unione viene indicata dall’appello come l’unica alternativa efficace e credibile ad una legittimazione tecnocratica sottratta alla verifica del consenso elettorale e della responsabilità politica. Quest’ultima via – che pure ha rappresentato un passaggio obbligato nelle prime fasi dell’integrazione – probabilmente ha esaurito la sua forza propulsiva anche in ragione dei suoi stessi successi, incluso l’allargamento, che ha peraltro inciso negativamente sulla funzionalità dell’Unione. Due corollari In secondo luogo, è auspicabile che si avvii uno sforzo di ricerca per approfondire la praticabilità delle cooperazioni rafforzate previste dai trattati in vigore. L’attivazione delle cooperazioni rafforzate può dare nuovo impulso al processo di integrazione. Si tratta di uno strumento basato sul realistico riconoscimento delle diversità esistenti fra gli Stati membri e della propensione di alcuni di essi ad una maggiore coesione. Da questa ricerca potrebbe scaturire un nuovo appello da proporre in occasione della campagna elettorale che si svolgerà fra cinque anni, qualora la fine provocazione dell’appello odierno andasse disattesa. Vedi anche: Diamo voce ai cittadini europei E. Greco: L’anello mancante della democrazia europea I partiti politici europei e la candidatura del Presidente della Commissione di Bonvicini, Tosato, Matarazzo. |